«Questo paese si è disabituato a raccontare la grande criminalità organizzata, negli anni la televisione nazionale ha dimenticato il tema delle mafie e non ha investito più su questi racconti», dice Riccardo Iacona, conduttore di Presadiretta, ospite al festival Trame.

Iacona è stato inviato dello storico programma Samarcanda ideato e condotto di Michele Santoro, approfondimento televisivo che aveva portato il tema mafie in prima serata con storiche interviste all’imprenditore Libero Grassi, al giudice Giovanni Falcone, poi uccisi da cosa nostra. C’erano le strade dei quartieri feudo dei clan, la droga che teneva in pugno generazioni, le interviste ai boss, il dramma dei familiari delle vittime nei servizi degli inviati dell’epoca. C’era Santoro che apriva ogni puntata con l’immancabile:«Comunque la pensiate, benvenuti a Samarcanda». Un programma che ha fatto storia e scuola. E oggi?

«Con Samarcanda abbiamo aperto il grande racconto della criminalità organizzata, questa stagione è stata seguita da moltissime altre trasmissioni, ma negli anni la televisione ha cominciato a dimenticare questi argomenti, non ha investito più», dice Iacona.

I talk stanno per aprire nuovamente i battenti, sono giorni frenetici per accaparrarsi gli inviati, ma anche per conquistare ospiti fissi da retribuire strappandoli alla concorrenza, ma non certo per parlare di mafie, la politica resta il centro di tutto. «È un grande peccato non parlare di mafie perché le mafie non sono andate in pensione e inquinano la società, si sono allargate al nord, all’Europa e al mondo intero», dice Iacona.

Non è l’Arena su La7, con lo speciale di Massimo Giletti sulle stragi, le lunghe inchieste di Report di Sigfrido Ranucci, il lavoro di Presadiretta sono i pochi esempi di racconto dei poteri criminali. Iacona ha dedicato al processo Rinascita Scott un lungo approfondimento: «Ci sono state delle critiche da parte di un settore delle camere penali che ha considerato quella trasmissione in violazione di qualche codice. Loro sostengono che l’unica verità sia quella giudiziaria, ma le inchieste dei magistrati sono interessanti, dal punto di vista giornalistico per quello che raccontano, prima delle sentenze. Una trasmissione che, comunque, ha avuto un consenso enorme del pubblico», conclude Iacona.

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