Il boss del narcotraffico Parrello Candeloro è uscito dal carcere perché ha finito di scontare la sua condanna. Candeloro era stato condannato per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, considerato uno dei re del traffico di droga a Roma e non solo. Candeloro è finito in carcere nel 2009, arrestato dai carabinieri del Ros dopo una latitanza durata 10 anni. Il suo nome, all'epoca, figurava nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi ed era stato proposto per l'inserimento nell'elenco dei 30.

Candeloro era ricercato, un signore della droga, considerato dagli investigatori il referente della 'ndrangheta per i cartelli colombiani dei produttori di droga. Parrello, esponente di spicco del ''locale'' di Palmi, nel 2009, fu stato bloccato nel quartiere Montesacro dai carabinieri del Ros di Reggio Calabria e di Roma. Oggi, a distanza di 12 anni torna a casa dopo aver scontato la sua condanna. Candeloro Parrello è figlio di Gaetano Parrello, considerato il capo del clan, assassinato a Palmi, in un agguato, nel settembre del 1986, davanti al suo albergo.

L'omicidio del vecchio capomafia fu messo in relazione all'aggressione subita da Candeloro Parrello alcuni mesi prima e nella quale l'uomo rimase sfregiato. L'uccisione di Gaetano Parrello, che era soprannominato ''lupo di notte'', scatenò una faida tra la cosca del boss assassinato e la famiglia Piccolo. Dopo l'omicidio nel 1997 di Salvatore Nigro, Candeloro diventa, a Roma, il boss della droga. Dopo la morte di Nigro si era aperta una distesa di affari e possibilità. Parrello, narcotrafficante, calabrese di Palmi, aveva trovato a Roma il suo buon ritiro con una villa ai castelli, a Frascati, diciotto vani, una piscina e seicento metri quadrati di felicità.

E' stato al vertice di un'organizzazione criminale che operava a Roma destinatario di una mega confisca. Tra i beni c'erano ville hollywoodiane, veri e propri bunker immersi nel verde in alcuni quartieri residenziali di Roma. E ancora: auto da sogno, Ferrari, Porche, barche a vela e investimenti che andavano dalla ristorazione ad un centro diagnostico. Parrello aveva a Roma un rivolo di attività imprenditoriali che comprendeva anche negozi di materiale hi-tech e centri estetici. In carcere a Terni era stato recluso anche al 41 bis, ma ora torna, da uomo libero, nella capitale.

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