Il calo dei nuovi casi di Covid-19 in Italia sembra essersi arrestato. Mercoledì sono stati identificati 16.202 contagi, contro i poco più di 14mila di una settimana fa. Anche il tasso di positività dei tamponi è tornato a salire, avvicinandosi di nuovo al 10 per cento dopo essere sceso sotto l’8 per cento la scorsa settimana. Con questi numeri esiste un’alta probabilità che i nuovi casi torneranno a crescere nelle prossime settimane.

Il vaccino AstraZeneca

Il timore di una terza ondata di coronavirus, potenzialmente della nuova varietà più contagiosa, ha reso ancora più urgente la produzione e l'approvazione dei vaccini anti Covid-19. Proprio ieri, l’autorità farmaceutica del Regno Unito ha approvato il vaccino realizzato dalla società farmaceutica britannica AstraZeneca insieme all’Università di Oxford. Si tratta di uno dei più promettenti tra i vaccini sperimentati negli ultimi mesi, ma è al contempo quello su cui si sono addensati i maggiori dubbi.

Le sue caratteristiche positive sono numerose. A differenze del vaccino sviluppato da Pfizer e Biontech (l’unico attualmente approvato dalle autorità dell’Unione Europea), che ha bisogno di temperature estreme per essere conservato (circa -75 gradi), il vaccino AstraZeneca si mantiene alle temperature dei normali frigoriferi. È inoltre piuttosto semplice da produrre, AstraZeneca sostiene di aver già pronte oltre 200 milioni di dosi e che nel corso del 2021 la produzione potrebbe salire fino a 100-200 milioni di dosi al mese. Il vaccino è anche anche molto economico: meno di cinque euro a dose, contro i circa 15 della maggioranza degli altri candidati attualmente in produzione.

Il vaccino ha comunque suscitato diversi interrogativi tra gli esperti. L’incidente più notevole si è verificato durante la fase di sperimentazione, quando si è scoperto che un lotto conteneva una dose di vaccino inferiore agli altri. Per ragioni ancora poco chiare, questo lotto con dosaggio inferiore (chiamato LD/SD) si è dimostrato molto più efficace di quello normale (chiamato SD/SD). Secondo i primi test, garantirebbe una protezione al 95 per cento dei soggetti (comparabile a quella dei vaccini prodotti da Pfizer e Moderna), contro una protezione del 62 per cento fornita dal normale dosaggio.

Il Regno Unito ha deciso alla fine di approvare il dosaggio standard e meno efficacie (SD/SD), probabilmente perché non c’era il tempo di eseguire un nuovo test sulla variante più efficace. Le autorità europee, invece, hanno richiesto ulteriori esami e documenti, che hanno finito per rallentare il processo di approvazione.

Perché l'Europa è lenta?

L’Unione Europa, che tramite la Commissione si è occupata dell’acquisto dei vaccini per tutti gli stati membri, ha deciso piuttosto rapidamente di puntare sul vaccino AstraZenca. Il contratto con la società è stato uno dei primi ad essere firmati ed è anche uno dei più consistenti: prevede l’acquisto di 300 milioni di dosi, più un’opzione per l'acquisto di altre 100.

A causa dei problemi durante la sperimentazione, però, l’autorità farmaceutica europea, l’Ema, ha fatto sapere che difficilmente il vaccino potrà essere approvato prima della fine di gennaio e questo rischia di causare numerosi ritardi. Inoltre, l'Ema potrebbe decidere restrizioni sull’utilizzo di questo vaccino, ad esempio autorizzandolo solo per le persone sotto i 55 anni, la fascia d’età su cui sembra avere maggior effetto.

L’Ema era già finita sotto accusa per i suoi supposti ritardi. A dicembre, il regolatore europeo è stato l’ultimo ad approvare il vaccino Pfizer-Biontech ed oggi non ha ancora approvato il vaccino di Moderna, che ha invece già ricevuto il via libera di Stati Uniti e Canada. Questi ritardi derivano almeno in parte dalle diverse procedure di approvazione. Mentre la Fda americana sta valutando i vaccini sulla base di protocolli di emergenza, l’Ema utilizza invece una versione accelerata della normale procedura.

Il Regno Unito e la sua autorità farmaceutica, la Mhra, sono invece un caso a parte e sono state accusati da più parti di aver adottato processi di approvazione troppo rapidi e sbrigativi. 

L’Italia

Il vaccino AstraZeneca è particolarmente importante per il piano vaccinale italiano. All’Italia ne spetteranno circa 40 milioni di dosi, sufficienti per vaccinare 20 milioni di persone, che dovrebbero essere consegnati entro giugno dell'anno prossimo. Si tratta di una quantità superiore a quella di tutti gli altri vaccini che dovrebbero essere consegnati in quel periodo messi insieme. Ma ora non è chiaro se questi tempi potranno essere rispettati o se l’intero programma dovrà slittare di alcuni mesi.

Il vaccino è spesso associato all’Italia, poiché una delle sue componenti è realizzato dall’azienda Irbm, che ha sede a Pomezia, in provincia di Roma. Anche per questa ragione, in molti hanno ipotizzato che il governo italiano puntasse a stabilire con AstraZeneca un rapporto bilaterale, come ha fatto la Germania con Biontech e altre due società farmaceutiche tedesche, dalle quali punta ad acquistare dosi aggiuntive di vaccino al di fuori del programma di acquisto europeo. Al momento però non sembra che siano in corso trattative in questo senso.

 

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