Si svolgeranno domani, venerdì 3 novembre, i funerali in forma privata di Luigi Berlinguer, ex ministro dell’Istruzione morto a 91 anni al policlinico Le Scotte, dove era stato ricoverato la scorsa estate. Sassarese di nascita e cugino di Enrico Berlinguer, storico leader del PCI, ha ricoperto cariche di deputato, senatore e europarlamentare per Ds, Pds e Pd. Come ministro, è noto per le riforme scolastiche del periodo 1996-2000, sotto i governi di Romano Prodi e Massimo D'Alema, che hanno ridefinito i cicli di istruzione e garantito la parità educativa. Berlinguer ha lasciato un segno importante nel settore dell'istruzione, come sottolineato dal ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara.

La sua salma oggi è stata esposta all'Università di Siena, dove ha insegnato per lungo tempo e di cui è stato rettore per nove anni, dal 1985 al 1994. Berlinguer, uomo di sinistra, fu il ministro della parità scolastica che sancì che le scuole gestite dallo Stato e le scuole di Enti locali o del privato sociale appartenevano a un unico sistema nazionale. Per riformare la scuola adottò la "strategia del mosaico" fatta di un insieme organico di interventi normativi volti a delineare un nuovo percorso di studi dalla scuola dell'infanzia alla secondaria di secondo grado alla formazione post-diploma, all'educazione degli adulti, all'università.

Elementari e medie venivano accorpate e ridotte da 8 a 7 anni, le superiori divise in due bienni, il primo con molti insegnamenti comuni, il secondo più specifico e un anno finale con maturità a conclusione del percorso. L'obbligo scolastico era fissato a 15 anni, cioè al termine del secondo anno del ciclo secondario, e per chi non prosegue gli studi fino alla maturità era prevista la formazione professionale. Oltre a riformare i cicli e l'istruzione superiore, Berlinguer cambiò l'esame di maturità e gettò le basi per la riforma dell'università con la “laurea a punti” (3 anni la breve più 2 anni per la magistrale). Era stato anche ministro dell'Università e della ricerca scientifica nel governo Ciampi, nel 1993. Fu poi la ministra Letizia Moratti, nel governo del ritorno di Silvio Berlusconi nato nel 2001, ad abrogare alcune di queste riforme.

La politica di Berlinguer come "appassionato innovatore" è stata elogiata bipartisan. Romano Prodi, che lo ha scelto come ministro dell'Istruzione nel suo governo, lo ricorda come un fervente sostenitore della scuola pubblica. Berlinguer era anche un convinto europeista. È stato un protagonista delle riforme nel campo dell'istruzione, soprattutto per la legge sulla parità scolastica, come evidenziato da Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati. Il suo impegno per l'educazione è stato considerato il fondamento per lo sviluppo del Paese e la crescita individuale. Enrico Letta ricorda Berlinguer come un riformatore che ha contribuito al miglioramento della ricerca e dell'insegnamento.

La segreteria del Pd Elly Schlein ha espresso «a nome di tutta la comunità democratica il più profondo cordoglio per la scomparsa di Luigi Berlinguer. Ci lascia una personalità appassionata e impegnata, ma soprattutto Luigi Berlinguer lascia a noi l’eredità di avere a cuore, e difendere, il patrimonio inestimabile della nostra cultura politica. Ai suoi familiari e ai suoi amici vanno le nostre condoglianze». 

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