Il 14 novembre è la giornata mondiale del diabete che colpisce 415 milioni di persone nel mondo, di cui 66 in Europa e circa cinque in Italia. Secondo i dati resi noti dallo studio Capture, presentato all’Associazione europea per lo studio del diabete, avere il diabete peggiora la prognosi di qualsiasi malattia e in special modo l’infezione da virus Covid-19.

Lo studio ha coinvolto altri 13 paesi nel mondo valutando quanto sono frequenti le malattie cardiovascolari nelle persone con diabete. Questo è particolarmente rilevante perché il Covid-19 è molto più letale nei casi di co-morbilità quali appunto quelle di tipo diabetico/cardiovasolare. L’importanza dello studio Capture è che colma una carenza di dati comparabili tra i differenti paesi, aggiornando i dataset esistenti.

La diffusione del diabete è fortemente correlata all’età, tra gli ultrasettancinquenni la quota raggiunge circa il 20 per cento e in Italia, su cento persone affette da diabete mellito 70 sono anziani con più di 65 anni e 40 hanno più di 75 anni L’Italia nella prima ondata ha pagato un contributo molto alto in termini di contagi e quindi ha messo a disposizione molti dati epidemiologici che ci mostrano come i pazienti diabetici positivi al Covid-19 sono ad alto rischio di esiti negativi e di mortalità. Parliamo di una possibilità due tre volte maggiore rispetto alla popolazione generale.

In Italia ci sono cinque milioni di pazienti affetti da diabete: il 90 per cento sono affetti da diabete di tipo II la cui incidenza è prevalente nelle persone in età avanzata e questo ovviamente ha una particolare rilevanza in un paese come l’Italia dove l’età media è molto alta. Per altro le malattie croniche come il diabete e quelle di tipo cardiovascolare, incidono per circa l’80 per cento dei costi sanitari a carico del Servizio sanitario nazionale: nel 2018 hanno interessato quasi il 40 per cento della popolazione del paese, ovvero 24 milioni di italiani, dei quali 12,5 milioni hanno multi-cronicità.

Si tratta proprio della fascia più a rischio mortalità per Covid-19. In Italia il ministero della Salute ha dichiarato che il 15- 20 per cento delle risorse sanitarie totali vengono utilizzate per la gestione del diabete e che il costo pro capite di una persona che ne è affetta è pari a circa tre volte quello della popolazione sana. Ridurre quindi l’incidenza del diabete può liberare risorse destinate oggi alla terapia intensiva, ma più in generale alla ricerca.

La maggiore voce di spesa sanitaria per il diabete è rappresentata dai ricoveri per complicanze croniche, in primis le malattie cardiovascolari e l’ictus sono circa 70mila i ricoveri causati da complicanze quali ictus cerebrale e infarto del miocardio, retinopatia diabetica, insufficienza renale e amputazioni degli arti inferiori.

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