Ancora una volta il dibattito sulle foibe divide l’Italia e i social. Questa volta ad alimentare le reazioni online e lo schieramento da una parte o dall’altra è l’articolo pubblicato da Domani a firma di Davide Maria De Luca. L’articolo riportava la proposta presentata il 29 aprile del 2019 dal senatore di Fratelli d’Italia Luca Ciriani che sarà discussa a partire dalla prossima settimana in aula.

La proposta, spiegata brevemente, mira a equiparare i crimini dell’olocausto alle foibe. L’obiettivo del partito guidato da Giorgia Meloni è di modificare l’articolo 604 bis del codice penale che prevede pene da due a sei anni per la «propaganda», «l’istigazione e l’incitamento» per chi si macchia di crimini negazionisti o apologetici della Shoah o di altri genocidi. A questi Fratelli d’Italia vuole inserire nella lista anche le foibe.

La pubblicazione dell’articolo è stata accolta dal pubblico di Twitter con reazioni diverse a seconda della cerchia di appartenenza. Tanti hanno chiesto di usare gli strumenti garantiti dalla Costituzione per mettere al bando il partito della Meloni accusato di neofascismo e altri, invece, sollevano incongruenze storiche e di merito nell’equiparazione dell’olocausto con il massacro delle foibe. Alcuni condividono il link a YouTube dello storico Alessandro Barbero che in una lezione spiega gli avvenimenti di quegli anni e altri postano commenti di insulto e difendono il partito di estrema destra.

Il dibattito nato dalla proposta ricorda per certi versi quello attorno al testo approvato dal parlamento europeo del 19 settembre del 2019. La risoluzione, intitolata “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, equiparava di fatto l’ideologia nazista a quella comunista.

Circa due anni e mezzo fa, il Partito democratico ha votato a favore della risoluzione, sollevando lo sdegno della sinistra italiana. Questa volta, come voterà il partito alla proposta della Meloni? Il neo segretario del Pd, Enrico Letta, non si è ancora espresso sulla questione ma i leader di Fratelli d’Italia non vedono l’ora che la proposta venga discussa in senato dove si prospetta un dibattito caldo tra le controparti.

Già nei giorni scorsi tra gli account dei politici di Fratelli d’Italia si parlava di un iter parlamentare doveroso contro la «dittatura del pensiero unico». Un gioco di parole per nulla scontato, ma pericoloso.

 

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