Professori, maestre, segretari e bidelli, chiamati a lavorare come supplenti nelle scuole durante l'emergenza Covid-19, non potranno più essere licenziati nel caso in cui il governo decidesse di attivare un nuovo lockdown o di chiudere le aule a causa della salita dei contagi.

Il decreto Agosto, che il Senato ha approvato con voto di fiducia, modifica una norma che metteva a rischio il lavoro di centinaia di persone. L’emendamento presentato dal gruppo di Leu, approvato dai senatori della commissione Bilancio, cancella una formula molto criticata: «In   caso   di   sospensione dell'attività  in  presenza,  i relativi  contratti  di  lavoro  si intendono  risolti  per  giusta  causa, senza   diritto   ad   alcun indennizzo». In altre parole: i supplenti, che hanno sottoscritto contratti a tempo legati all'emergenza Covid-19, avrebbero perso lavoro se da qui a qualche mese le scuole avessero nuovamente chiuso le porte. Il parlamento in extremis ha rimediato.

L’organico Covid

Chi sono questi professori, bidelli e segretari? A luglio scorso, quando in parlamento si discuteva di un altro decreto emergenziale, il cosiddetto decreto Rilancio, l'esecutivo ha deciso di assumere più supplenti del solito, tra docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata), per far fronte alle lezioni dell'anno scolastico 2020/2021. Li hanno racchiusi sotto la dicitura “organico Covid”.

Le scuole li hanno chiamati tramite le graduatorie di istituto per coprire il numero crescente di cattedre: molte classi, infatti, sono state divise per rispettare il distanziamento sociale e ridurre la presenza degli alunni per ogni aula, utilizzando anche spazi aggiuntivi messi a disposizione dei comuni. E così facendo è cresciuto anche il numero di insegnanti e personale necessari a far funzionare ogni istituto e a mandare avanti regolarmente le lezioni. Al momento non si conosce il numero preciso, ma le indicazioni ministeriali dicono che potranno superare quota 70mila. Circa 55mila docenti – dice l’Anief  – e 15mila Ata con contratti brevi o fino al termine delle lezioni.

Fino a qui sembrerebbe una norma di buon senso, pensata per aiutare le scuole in un momento difficile, tutelare bambini e ragazzi presenti nelle classi e garantire lo svolgimento corretto delle lezioni. Come spesso accade, però, il diavolo è nei dettagli. In calce a quella norma del decreto Rilancio è stata aggiunta una clausola che rendeva ancora più precari i lavoratori a tempo: sì alla decadenza del contratto, e dunque al licenziamento, se le lezioni vengono sospese per un nuovo lockdown o un aumento dei contagi. Una norma giudicata iniqua da diversi sindacati, anche tenendo conto che i supplenti di cui si parla vengono chiamati proprio per fronteggiare l’emergenza e a causa della stessa avrebbero potuto essere buttati fuori con un mero automatismo.

Da settembre, quando gli istituti scolastici hanno iniziato a chiamare chi si trovava nelle graduatorie d’istituto, questi docenti hanno sottoscritto contratti per supplenze, brevi e non, dove, a differenza di quelli di molti loro colleghi, era inserita la clausola del licenziamento. «In caso di sospensione dell'attività in presenza – si legge in uno di questi – i contratti si intenderanno risolti per giusta causa senza diritto ad alcun indennizzo. In caso di cessazione della sospensione, alla ripresa dell'attività didattica in presenza, i predetti contratti sono riassegnati ai precedenti titolari, ove ancora disponibili».

I senatori di Leu, in primis la capogruppo Loredana De Petris, hanno presentato l’emendamento in commissione e dopo una lunga mediazione è stato approvato. Una volta che il decreto Agosto sarà licenziato anche alla Camera diventerà legge e centinaia di professori e amministrativi potranno tirare un respiro di sollievo. Per loro anche un'altra novità: l’organico Covid-19 potrà lavorare da casa, tramite la didattica a distanza, nel caso si arrivi a nuove chiusure nazionali o regionali. Rimane aperto il tema dei contratti: forse dovranno essere rivisti e riscritti, ma su questo potrebbe essere lo stesso ministero a fornire dei chiarimenti.

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