«La famiglia è fondata sull'unione di un uomo e una donna. Ogni altro tipo di unione è contronatura. Si vantano oggi di quello di cui dovrebbero vergognarsi». Frasi come pietre, pronunciate tra lunghe pause di riflessione da padre Salvatore Nicolosi, il parroco della chiesa Maria madre della divina Grazia di Barrafranca (Enna), durante l’omelia della celebrazione di domenica 27 dicembre, in occasione della festa della Santa famiglia. «È stato un equivoco – risponde il sacerdote a Domani – Si era in un contesto religioso, con un discorso sul modello tradizionale della famiglia, quello che viene descritto nella Bibbia. Non è il caso di gettare altra acqua sul fuoco», aggiunge.

Non voleva offendere nessuno

Pur essendo abituato a fare sermoni, nella sua carriera di oltre 50 anni di sacerdozio, il parroco al telefono è di poche parole. «Il vescovo mi ha consigliato di attenermi alla dichiarazione che abbiamo fatto sul sito della diocesi». Una nota stringata in cui, oltre a qualche precisazione sulle intenzioni di «non offendere nessuno perché siamo tutti figli amati dal signore», don Nicolosi resta fermo sulle proprie posizioni: «Ho soltanto ribadito l’insegnamento della chiesa cattolica che ritiene famiglia quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna». Lo scorso ottobre, anche Papa Francesco aveva aperto alle unioni civili per le coppie gay. Un’apertura da cui il prete barrese sembra essere rimasto piuttosto lontano.

A suscitare le reazioni più accese è stato il termine contronatura, scandito bene da don Nicolosi nell’omelia. «Ho riportato una parola riferitami da una persona incolta, accompagnandola, certamente a sproposito, con un’espressione paolina». Il riferimento biblico è alla frase «Si vantano oggi di ciò di cui dovrebbero vergognarsi», ripreso da una lettera di San Paolo ai Filippesi. «Non era una frase rivolta agli omosessuali – risponde il sacerdote - ma a coloro che vivono secondo i desideri di questo mondo». Inutile chiedere un esempio: «Diversi peccati che non sto qui a elencare».

Considerata la fretta di don Nicolosi nel chiudere la telefonata - «C’ho altri impegni» -, non resta che tagliare corto e chiedere direttamente: ma lei è omofobo? «Non ho nulla contro queste persone e accetto tutti». Eppure non si dice pentito di quelle frasi, definite ancora una volta un equivoco. E nel mezzo resta anche il sindaco di Barrafranca, Fabio Accardo, che in una diretta Facebook preferisce non prendere posizione. «Le omelie non passano al vaglio dell'amministrazione – sottolinea il sindaco a Domani – "Vergogna" e "contronatura" sono espressioni infelici, ma prima di prendere una posizione vorrei parlare con il vescovo».

Per la Lega «un reale testimone di valori»

Eppure, tra i vari silenzi imbarazzati, quando nessuno se l’aspettava più a don Nicolosi è arrivato un pieno attestato di solidarietà. Il mittente è il deputato regionale siciliano fresco di passaggio alla Lega di Matteo Salvini, Angelo Figuccia. «Nelle parole del sacerdote rintracciamo la schiettezza e il coraggio dell’uomo di Dio che deve annunciare la verità al suo popolo senza mettere la testa sotto la sabbia». Storico oppositore delle unioni civili, Figuccia definisce il prete di Barrafranca come un «parroco coraggioso, un reale testimone di valori. Mi auguro – conclude il leghista siciliano – che non resti una goccia nell'oceano, ma che faccia piuttosto da aprifila in una catena umana di coraggio, valori e identità».

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