Questa domenica era attesa la sentenza per il riesame della custodia cautelare del ricercatore. Le autorità egiziane hanno rimandato di altre 24 ore confermando un’attitudine repressiva e schizofrenica
- La sentenza per il riesame della custodia cautelare di Patrick Zaki, lo studente egiziano del master in gender studies dell'Università di Bologna arrestato lo scorso 7 febbraio, è stata rimandata di un altro giorno.
- Per la prima volta, dopo l'inizio della pandemia, è stata riammessa in aula la rappresentanza dell'ambasciata italiana al Cairo. Con lei anche i rappresentanti di Olanda, Germania e Canada.
- Le autorità egiziane dimostrano ancora l’atteggiamento repressivo verso gli attivisti per i diritti umani. Il Cairo ha congelato i beni dei tre attivisti di Eipr scarcerati il 3 dicembre.
L'attesa era alta, le aspettative altissime. Ma come sempre, la giustizia egiziana si mostra nella sua imprevedibilità. Per tutta la mattinata di domenica si aspettava la notizia: Patrick Zaki sarebbe stato finalmente libero? Ma dopo ore di attesa la doccia fredda: la corte si ritira e attenderà altre 24 ore per deliberare. Fine dell'ottimismo, ritorno alla cupa realtà dittatoriale. L'udienza a carico del giovane ricercatore si è svolta in un'accademia di polizia attigua al complesso carcerario



