La nomina del commissario alla sanità, in Calabria, è diventata, per il governo, una storia piena di errori e figuracce. In dieci giorni Conte e i suoi ministri, Roberto Speranza e Roberto Gualtieri, hanno bruciato tre commissari. Martedì è arrivata l'ultima rinuncia, Eugenio Gaudio ha lasciato a meno di 24 ore dalla sua nomina.

Prima di lui si era dimesso Saverio Cotticelli, il generale aveva dichiarato davanti alle telecamere di non aver preparato il piano anticovid. Dopo il suo addio, è stato nominato Giuseppe Zuccatelli, manager di lungo corso ed ex consigliere comunale di Pci e Pd. A Zuccatelli sono bastati pochi giorni e quelle dichiarazioni, datate, sulle mascherine che non servono a niente e sui virologi definiti «la coda, della coda, della coda dell'area medica».

Zuccatelli si è dimesso dopo aver ricevuto una telefonata dal ministro Speranza. Lunedì, a metà pomeriggio, le agenzie hanno annunciato l'ex rettore della Sapienza come nuovo commissario per la sanità in Calabria e Gino Strada in un ruolo di supporto. Palazzo Chigi ha esultato: «Quelli di Gaudio e Strada sono due nomi autorevoli».

A volerlo lì è stato proprio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Un nome scelto nel mondo accademico caro al primo ministro. Proprio con Gaudio rettore Giuseppe Conte, due anni fa, ha partecipato al concorso per professore ordinario di diritto privato. Allora il presidente del Consiglio aveva chiesto il rinvio dell’esame d’inglese per impegni istituzionali prima di rinunciare al concorso dopo che il caso era stato sollevato da diverse inchieste giornalistiche. La cattedra era quella di Guido Alpa, di cui Conte è stato allievo.

Gaudio era intervenuto per ribadire che il presidente del Consiglio «sarebbe stato trattato come tutti». Proprio nel novembre 2018, Conte e Gaudio si sono ritrovati a festeggiare, alla Sapienza, proprio il compleanno di Guido Alpa.

Torniamo alla scelta dell’ex rettore, come commissario alla sanità calabrese, che serviva anche ad evitare strappi con il centrodestra che non gradiva, a partire dal leghista Nino Spirlì, presidente della Calabria , Gino Strada. Spirlì ha, infatti, subito espresso soddisfazione per la nomina dell'ex rettore, segno tangibile della riuscita dell'operazione. I problemi, però, sono arrivati subito. A pochi minuti dall’annuncio della nomina, abbiamo rivelato la notizia di un’indagine a carico di Guadio per concorso in turbativa. L’indagine è della procura di Catania, guidata dal procuratore Carmelo Zuccaro.

“Università bandita”

Nell’estate del 2019 l’università di Catania è stata travolta dall'operazione “università bandita”, e tra i 66 indagati finisce anche Gaudio. Nelle intercettazioni, alcuni degli indagati parlavano di lui come del «nostro amico romano», potente e influente.

La vicenda riguardava una turbativa finalizzata, secondo le ipotesi della procura, a pilotare il concorso relativo alla nomina di Velia D’Agata, professoressa a Catania e figlia dell’ex procuratore capo etneo, Vincenzo. Dopo l’arrivo dell’avviso di conclusione delle indagini, Gaudio si è fatto interrogare e ha chiarito ampiamente la sua posizione.

I pubblici ministeri non ne hanno chiesto il rinvio a giudizio, la procura ha fatto sapere che la richiesta di archiviazione non è ancora stata avanzata, ma potrebbe arrivare a breve.

Non c’è solo la notizia dell’indagine a carico di Gaudio. Successivamente è arrivata la smentita di Gino Strada: «Questo tandem Gaudio-Strada non esiste», nessuna proposta formale gli è arrivata.

Non è finita. La notizia dell’indagine a carico di Gaudio indebolisce la figura dell’ex rettore che non viene difeso dagli esponenti di governo e così, a neanche 24 ore dalla nomina, il commissario ha rinunciato all’incarico. Lo ha fatto con questa originale motivazione: «Mia moglie non voleva trasferirsi a Catanzaro». Nel governo ricomincia la ricerca di un commissario, disposto a trasferirsi a Catanzaro e a durare più di una notte.

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