I Finanzieri del comando provinciale di Cosenza hanno eseguito sei misure cautelari personali del divieto di dimora nei confronti di cinque dirigenti ed ex dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Cosenza e di un collaboratore amministrativo. Tra i 19 indagati figurano anche l’ex commissario alla Sanità calabrese, Saverio Cotticelli, e il dirigente del dipartimento della Salute della Regione Calabria, Antonio Belcastro, attualmente delegato all’emergenza Covid per la regione.

Entrambi sono accusati di falsità ideologica in merito all’approvazione da parte dell’Asp di Cosenza del bilancio d’esercizio 2017. Belcastro è indagato per aver omesso «lo svolgimento dell’istruttoria necessaria all’esercizio del controllo sul bilancio adottato» dalla struttura sanitaria nel 2017, mentre Cotticelli perché avrebbe omesso, «in difetto dell’istruttoria e a fronte del parere non favorevole espresso del collegio sindacale, l’adozione dei provvedimenti di competenza».

Cotticelli era stato nominato commissario alla Sanità della regione due anni fa dal governo Conte I e venne licenziato a novembre 2020 per non aver effettuato il piano pandemico per la Calabria. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Le indagini hanno consentito di far luce sulle falsificazioni dei bilanci consuntivi dell’Asp di Cosenza nel triennio 2015-2017.

L’Asp di Cosenza è uno degli enti sanitari più importanti a livello nazionale e gestisce una somma di oltre un miliardo di euro ogni anno. Gli inquirenti hanno verificato che i bilanci approvati erano falsi e che in realtà la crisi dell’ente «è dovuta a un sistema di malaffare che, stratificatosi nel corso degli anni e aggravato da una sostanziale inefficacia del sistema dei controlli delle competenti autorità regionali, ha consentito di occultare un progressivo ed inarrestabile depauperamento delle risorse dell’Ente sanitario», come si legge nel comunicato dell’operazione.

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