Il Sud arde. Montagne e colline continuano a bruciare. La Sicilia ha toccato mercoledì la temperatura record di 48,8 gradi, mentre gli incendi hanno causato due vittime a Grotteria e Cardeto, in Calabria, e danni in tutto il Mezzogiorno.

Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha chiesto che il presidente del consiglio Mario Draghi si rechi sui luoghi degli incendi: «Il presidente Draghi venga in Calabria a Ferragosto a verificare lo stato disastroso in cui versa il territorio vessato dagli #incendi. Il fronte del fuoco non è ancora sotto controllo, montagne e colline continuano a bruciare. Servono provvedimenti straordinari! @Palazzo_Chigi» ha scritto su Twitter.

«Il Governo dimostri concretamente la sua vicinanza alla #Calabria, affianchi i #sindaci che da settimane combattono quasi in solitaria, il presidente @mariodraghi_it venga sui luoghi colpiti dai roghi per rendersi conto delle proporzioni abnormi di ciò che sta avvenendo», ha aggiunto.

I ministri di Forza Italia, Renato Brunetta, Maria Stella e Gelmini e Mara Carfagna hanno scritto un una note che l’esecutivo lavorerà per ristorare anche economicamente le comunità maggiormente danneggiate. Ma occorre anche intervenire a monte, rafforzare i controlli e punire duramente -concludono i ministri di Fi- i responsabili di queste immani tragedie».

Calabria

La situazione appare oggi in lento miglioramento, ma la paura rimane. Da stamane alle 6 i Dos, direttori di spegnimento, e i canadair hanno ripreso le attività nelle zone dell'Aspromonte e pedemontane. Ancora impegnativa la situazione sulla jonica dove sono state spostate varie squadre di vigili dal territorio tirrenico. Diverse le famiglie evacuate nella giornata di ieri.

Così come successo a Catanzaro, dove nel quartiere Siano il rogo iniziato 24ore prima ha bruciato l'intera pineta Bosco Li Comuni, arrivando a minacciare case, la centrale Telecom e facendo temere anche una eventuale evacuazione della casa circondariale "Caridi” che ospita centinaia di detenuti. «L’aria all’interno del carcere circondato dalle fiamme – racconta il Segretario della Uilpa PP –, oltre che rovente, è divenuta irrespirabile, così è stato necessario far uscire i detenuti dalle celle e dirottarli in aree meno coinvolte». Una situazione delicata: «La polizia penitenziaria ha dovuto per garantire in ogni circostanza sia l’incolumità dei ristretti, anche a rischio della propria, sia la sicurezza interna, laddove è stato comunque necessario assicurare che i reclusi dei diversi circuiti non venissero in contatto». Allarme fino a mezzanotte «quando pian piano la situazione è andata migliorando e avviatasi verso una normalizzazione, resa ancora più difficile dalla carenza idrica».

In serata il fuoco ha lambito le prime abitazioni a nord del quartiere Stadio con l'evacuazione prudenziale di tre famiglie poi rientrate a casa dopo qualche ora. 

Il bilancio peggiore

L’Aspromonte ha registrato il bilancio peggiore e ancora in via di aggiornamento: due morti accertati, entrambi nel reggino dove, solo cinque giorni fa, si erano registrate altre due vittime. E dove le fiamme lambiscono le foreste vetuste, dichiarate patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. E nella serata di mercoledì la Regione ha chiesto al governo lo stato di emergenza per il perdurare della situazione.

Sempre mercoledì all’ora di pranzo nel comune di Grotteria, nel Reggino, è stato ritrovato il corpo di un pastore 77enne, morto avvolto dalle fiamme che hanno distrutto il suo casolare, dove aveva cercato rifugio dopo aver provato a salvare il proprio bestiame.

Nel tardo pomeriggio invece è stato ritrovato il corpo senza vita di un 79enne, dato per disperso, a Cardeto.

La situazione, in Aspromonte, è tale che sindaco e prefettura di Reggio Calabria hanno chiesto l’intervento dell’esercito, dopo gli aiuti già arrivati da vigili del fuoco e volontari di altre regioni. «La priorità di oggi è spegnere questo inferno ma domani qualcuno dovrà rispondere a diversi perché», ha detto il primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, puntando il dito contro «responsabili che davanti a questo disastro hanno avuto il coraggio di andarsene in ferie» e contro chi dovrà «dire perché è mancata completamente la prevenzione; perché non sono stati acquistati in tempo mezzi aerei e di terra».

Nella zona di San Luca, a fuoco da giorni, è interrotta dalle fiamme alte la strada per il santuario della Madonna di Polsi. Numerosi i fedeli che a bordo di mezzi e soprattutto a piedi, da Polistena, hanno dovuto interrompere il pellegrinaggio e tornare a casa. Il rettore del santuario, don Tonino Saraco ha fatto un appello social denunciando quanto sta accadendo. Ma brucia anche il catanzarese, nella fascia ionica (Isca sullo Jonio), fino alla montagna di Tiriolo e alla pineta di Siano, a due passi dal capoluogo di regione, Catanzaro. E il cosentino, in particolare Acri e Longobucco. In tutto, secondo i dati diffusi dalla regione, sarebbero 110 i roghi attivi.

Sicilia

«I roghi sono di minore intensità e minore gravità, ieri c’è stato un peggioramento a causa delle alte temperature» racconta Salvo Cocina, capo della protezione Civile della Sicilia.  Sono bruciati «500 ettari di bosco pregiato a Chiaramonte, non ci sono state vittime ma danni a 50 mila ettari di pascoli, boschi, infrastrutture agricole, centinaia di animali morti».

Corpo forestale, vigili del fuoco, Protezione civile e volontari, provenienti anche da altre province dell'isola, si sono impegnati da tutta la notte a domare un grosso incendio nell'area di Linguaglossa, nel catanese. In mattinata è arrivato il primo Canadair e durante la notte sono stati effettuati diversi interventi e messi in sicurezza. Incendi anche nel palermitano dove nella notte le fiamme hanno minacciato Geraci Siculo, Polizzi Generosa e nuovamente Petralia Soprana e Sottana.

«L’incendio naturale è pressoché esistente, alcuni vengono studiati apposta per non essere spenti, come l’incendio di Gangi» dei giorni precedenti racconta Cocina.

Sono collegati alle temperature, ma sono di natura dolosa e colposa. Il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli e la viceministra del Mise, Alessandra Todde hanno incontrato i sindaci proprio per discutere dell’emergenza incendi.

Al termine dell’incontro Patuanelli ha detto che ci sarà sostegno per vittime dell’emergenza: «Prima di ogni cosa dobbiamo dare risposte immediate alle vere vittime di questa emergenza, i cittadini che hanno perso tutto negli incendi e a cui vanno dati immediatamente i ristori». Ma non «il tema vero è la prevenzione sul territorio e l’agricoltura è il miglior custode». 

Le stime di Coldiretti

Secondo Coldiretti, i roghi nel corso del 2021 sono aumentati del 202 per cento rispetto alla media 2008-2020. E se da una parte 6 roghi su 10 sono di origine dolosa, con i piromani in azione, dall’altra per effetto della chiusura delle aziende agricole, la maggioranza dei boschi nazionali si trova senza sorveglianza per l’assenza di un agricoltore che possa gestirli in un Paese come l’Italia dove più di un terzo della superficie, per un totale di 11,4 milioni di ettari, è coperta da boschi con quasi 1 su 3 (32 per cento) che in Italia fa parte di aree protette.

L’aiuto dell’Europa

La Commissione europea ha annunciato che manderà aiuto: «Dopo aver completato le operazioni in Grecia, tre Canadair francesi saranno riassegnati in Italia attraverso il Meccanismo di Protezione Civile, a seguito della richiesta italiana di supporto aereo per combattere gli incendi boschivi nel paese» ha scritto in una nota.

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