Mohamed Shahin è dal 24 novembre nel centro di rimpatrio di Caltanissetta per una frase sul massacro del 7 ottobre. Il Viminale: «Un pericolo per la sicurezza». Ma i pm archiviano. «Io oppositore di al-Sisi, tornare sarebbe una condanna a morte»
«Non oso descrivere cosa mi passa per la mente», dice a Domani l’imam Mohamed Shahin, rinchiuso dal 24 novembre nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Caltanissetta, dal quale risponde alle nostre domande tramite la sua legale. Shahin, imam della moschea di San Salvario a Torino e membro del Coordinamento Torino per Gaza, è stato indagato e poi rinchiuso nel Cpr di Caltanissetta con un decreto di espulsione per “presunti rischi di radicalizzazione”. Il caso nasce da un suo intervento


