All’indomani della drammatica vicenda dell’omicidio della psichiatra Barbara Capovani per mano di un suo ex paziente, Gianluca Seung, Fratelli d’Italia lancia una proposta di legge che modifichi le condizioni che portano alla valutazione delle condizioni del paziente e della sua capacità di intendere e di volere. 

Il testo arriva dal vicecapogruppo alla Camera dei meloniani, Alfredo Antoniozzi, che auspica che l’omicida sia condannato all’ergastolo. «Il ragazzo che ha ucciso la psichiatra di Pisa non è folle. È un antisociale, come diagnosticato correttamente dalla stessa professionista, e se accadrà quello che speriamo dovrà avere l’ergastolo» dice il deputato. «Siamo stanchi di psicopatici assassini che poi vanno a intasare le Rems. La nostra proposta di legge di modifica degli articoli 88 e 89 del codice penale che introduce la discriminante psicotica deve essere approvata al più presto».

Il contenuto del testo

Nel merito, la proposta, visionata da Domani ma non ancora consegnata agli archivi di Montecitorio né assegnato a una commissione, che in ogni caso dovrebbe essere la commissione Giustizia, prevede un intervento sulla formulazione degli articoli che normano l’imputabilità.

L’intenzione di Fratelli d’Italia è di limitare fortemente i casi in cui sia possibile considerare l’autore di reato non imputabile. Secondo le intenzioni di Antoniozzi, l’espressione “infermità, in tale stato di mente da escludere la capacità d'intendere o di volere”, che oggi può dare origine, in base agli articoli 88 e 89 del codice penale, all’incapacità di intendere e di volere che non permettono l’imputabilità, sarebbe sostituita dall’espressione “in evidente condizione di grave alterazione delle condizioni psichiche, di tipo psicotico, e del comportamento tale da escludere completamente la capacità di intendere e di volere”. 

La ragione, spiegano dal partito, è l’assetto attuale, che tende, dal punto di vista dei meloniani, a facilitare l’attribuzione della non imputabilità a imputati con problemi psichiatrici. In questo contesto gioca un ruolo rilevante una sentenza della Cassazione, la 9136 del 2005, che ha stabilito che anche i disturbi della personalità, che riguardano deviazioni rispetto alla cultura di appartenenza (ma sono scientificamente parlando cosa diversa rispetto ai disturbi psicotici, che sono provocati dalla compromissione dell’esame della realtà) possono dare origine all’infermità da cui deriva l’incapacità di intendere e di volere a cui fanno riferimento gli articoli 88 e 89. 

A decidere la diagnosi è il perito nominato dal giudice, terzo rispetto a quelli di accusa e difesa. Secondo Fratelli d’Italia, periti e giudici tendono a essere influenzati dalla sentenza della Cassazione e per tenerla in considerazione decidono spesso per la non imputabilità. Antoniozzi vuole limitare i casi che comportano l’incapacità di intendere e di volere tale da comportare la non imputabilità ai soli disturbi psicotici. 

Carcere più vicino

Da qui, l’auspicio per Fratelli d’Italia di vedere Seung all’ergastolo in carcere e non in una Rems. La perizia è ancora lontana, ma la dottoressa Capovani aveva diagnosticato a Seung un disturbo antisociale, della personalità. Fratelli d’Italia vuole diminuire l’affollamento delle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, spesso non sufficienti per soddisfare il numero di autori di reato affetti da disturbi mentali che devono scontarvi la loro pena.

Chi soffre “soltanto” di disturbi della personalità, insomma, può essere tranquillamente mandato in carcere, dove pure non sempre l’offerta di sostegno psicologico e psichiatrico è all’altezza della richiesta. Su questo aspetto dal partito promettono di chiedere nuovi investimenti al ministero della Giustizia, ma nella proposta di legge di Antoniozzi si interviene soltanto sul codice penale.

Un approccio totalmente sbagliato, secondo il garante nazionale dei diritti dei detenuti, Mauro Palma. «Una proposta che riduca il perimetro dei casi da affidare alle Rems è da prendere come una battuta» dice. Anche gli autori di reati con disturbi della personalità hanno bisogno di essere seguiti in realtà specializzate: «Un tema così grave e difficile da affrontare non va affidato a delle improvvisate. Una persona affetta da disturbo di personalità rischia di essere persa totalmente in una realtà come il carcere: ragioniamo piuttosto su come potenziare ulteriormente le Rems, che già funzionano bene». 

“Ripensare” la legge Basaglia

Come è avvenuto anche in altri casi durante questi primi mesi di legislatura, la maggioranza propone una stretta securitaria. Un caso simile è stato la proposta di introdurre una nuova fattispecie di reato per punire in maniera più severa le attività degli attivisti di gruppi come Ultima generazione. Da Fratelli d’Italia spiegano anche che l’intento non è di ghettizzare chi ha bisogno di aiuto, ma di concederglielo in carceri normali. 

Ma anche questo non appare un principio del tutto inscalfibile. Fonti della Lega tirano in ballo addirittura una modifica alla legge Basaglia, quella che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio: «La morte della psichiatra di Pisa, aggredita e uccisa da un suo paziente, rafforza la convinzione che sia necessaria e non più rimandabile una profonda riflessione sulla legge 180. Troppo spesso medici, personale sanitario, famiglie e pazienti sono lasciati soli: serve una norma nuova e aggiornata». 

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