L'hanno ribattezzato 'Jimmy' e i carabinieri della compagnia di Locri, in Calabria, hanno interrotto la sua fuga dalla giustizia. Jimmy è un medico romano, al secolo Luigi Palma, che deve essere processato negli Stati Uniti, dove è stato spiccato un ordine di arresto nei suoi confronti per diversi reati. Quando i militari l'hanno fermato era in macchina con un amico che girava nella locride. Jimmy teme l'estradizione ma non ha opposto resistenza quando i carabinieri, a Gerace, l'hanno bloccato. Palma era latitante ed è stato arrestato in esecuzione di un mandato della Corte d'appello di Roma del 20 maggio 2020 in riferimento al «procedimento, conclusosi con la conferma del decreto di estradizione dei predetti verso gli Stati Uniti, emesso dal ministero della giustizia in data 7.08.2019 (…) ritenuto che il concreto rischio che gli estradandi si sottraggano alla consegna all'Autorità straniera, rendendosi irreperibili, imponga l'applicazione della misura di massimo rigore; ritenuto, conseguentemente, che debba essere disposta nei confronti dei Sartini (già estradato) del Palma la misura coercitiva della custodia in carcere, unica idonea ad assicurare la loro consegna all'autorità statunitense».

I soldi in nero con gli antidolorifici

Negli Usa, insieme ad un altro medico italiano, gestiva due cliniche, in Florida e nel Tennessee, che hanno dispensato illecitamente antidolorifici: ossicodone, ossimorfone e morfina. Attività che, secondo l'indagine dell'Fbi, hanno garantito a Jimmy Palma e ai suoi soci un giro d'affari di 21 milioni di dollari in nero. In un documento del dipartimento della giustizia americana si legge che nell'indagine sono coinvolti oltre ai due italiani anche cinque statunitensi, accusati di "Pills Mills" che, letteralmente, può essere tradotto come "mulino per pillole". È l'espressione che in Usa descrive una struttura illegale che somiglia a una normale clinica del dolore, ma prescrive antidolorifici (narcotici) senza anamnesi, monitoraggio medico o documentazione. L'inchiesta dell'Fbi è del 2018, quando nel mirino sono finiti un centinaio di spacciatori collegati a gruppi di pazienti che si presentavano nelle cliniche gestite dalla "Urgent Care & Surgery Center Enterprise", la società dei medici romani Luigi Palma e Luca Sartini. Il sistema era semplice e prevedeva che i pazienti, il più delle volte tossicodipendenti, tenessero una parte dei farmaci loro prescritti dando il resto agli spacciatori che avevano pagato le loro visite mediche. «Questo tipo di profitto baratta vite umane con ricchezze finanziarie. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti è determinato a sopprimere il funzionamento di cliniche antidolorifiche illegali con tutti i mezzi legali, incluso trovare e arrestare i responsabili ovunque si trovino nel mondo», si legge nel durissimo atto di accusa riportato sul sito del dipartimento della giustizia americano.

Attraverso questo sistema, gli oppiacei finivano nel mercato nero e «circa 700 pazienti aziendali UCSC sono ora morti e una percentuale significativa di quei decessi, direttamente o indirettamente, sono stati il ​​risultato di un sovradosaggio di stupefacenti prescritti dalla USSC Enterprise. I narcotici prescritti dall'impresa UCSC hanno contribuito alla morte di un'altra percentuale significativa di quei pazienti», continua l'atto d'accusa. Palma era già stato arrestato a Roma nel 2018 dopo aver lasciato gli Stati Uniti. Scarcerato per decorrenza dei termini, era tornato libero fino al maggio scorso quando era stato spiccato nei suoi confronti il nuovo ordine d'arresto dalla Corte d'Appello capitolina. Da allora era diventato irreperibile, ora è arrestato dai carabinieri e sarà estradato negli Stati Uniti. 

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