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Inchiesta Covid, ecco il documento sui tamponi: «Hanno favorito la diffusione del virus»

Gianni Rezza (Direttore\\u00A0Prevenzione ministero della Salute), Silvio Brusaferro (presidente Iss)\\u00A0e Franco Locatelli (presidente del Consiglio superiore di\\u00A0Sanità)
Gianni Rezza (Direttore Prevenzione ministero della Salute), Silvio Brusaferro (presidente Iss) e Franco Locatelli (presidente del Consiglio superiore di Sanità)
  • In un documento ritrovato dagli investigatori nel computer di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, c’è la conferma della sequenza di errori che hanno permesso al SARS-Cov2 di circolare liberamente nel mese di febbraio, ossia nel periodo in cui si sarebbe potuta arginare l’ondata pandemica e salvare moltissime vite. Si tratta di una relazione, ottenuta da Domani, intitolata “Risposta e contrasto del nostro sistema sanitario all’emergenza”.
  • Nel documento rinvenuto dalla guardia di finanza, coordinata dalla procura di Bergamo nell’inchiesta covid, Brusaferro ha cancellato la parola tamponi dal paragrafo in cui si legge: «Per l’epidemia in corso da Sars-Cov-2, le misure per il contrasto della diffusione consistono nel: a) contenimento dei focolai attraverso sistemi di sorveglianza passiva e attiva (tamponi) e attivazione di quarantene ad opera del sistema sanitario nazionale e protezione civile…».
  • La cancellazione non è sfuggita alla procura di Bergamo e al microbiologo (oggi senatore Pd) Andrea Crisanti, consulente incaricato di redigere la consulenza di parte. 

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