«È una tragedia per tutti – ha detto l’avvocata di Di Pietro, Antonella Benveduti – Il mio assistito è distrutto, sono due famiglie distrutte. In questa fase attendiamo l’esito delle consulenze tecniche disposte dalla procura sui dispositivi sequestrati e sulla velocità del suv»
Un’ora e mezza è durato l’interrogatorio di garanzia del gip Angela Gerardi nei confronti di Matteo Di Pietro, il giovane finito agli arresti domiciliari per l’accusa di omicidio stradale in merito all’incidente di Casal Palocco. Lo scorso 14 giugno il suv Lamborghini che guidava ha centrato una smart dove a bordo c’erano tre passeggeri: una madre con due bambini, uno dei quali è deceduto dopo lo schianto.
«È una tragedia per tutti – ha detto l’avvocata di Di Pietro, Antonella Benveduti – Il mio assistito è distrutto, sono due famiglie distrutte. In questa fase attendiamo l’esito delle consulenze tecniche disposte dalla procura sui dispositivi sequestrati e sulla velocità del suv».
Da una prima ricostruzione la macchina guidata dallo youtuber viaggiava a una velocità di oltre 120 km/h su una strada in cui il limite è di 50 km/h.
L’avvertimento
Secondo una prima ricostruzione, gli amici di Di Pietro che erano sull’auto con lui gli avevano detto di rallentare. «Ho avuto sicuramente la percezione che stessimo viaggiando ad una velocità compresa tra i 50 km orari e i 100. Ne avevo avuto la certezza una volta vista la Smart», ha detto uno dei testimoni. «Anche un altro ragazzo che era a bordo si era raccomandato con Matteo di andare piano sia pochi minuti prima dell'incidente, sia nei giorni precedenti. Al momento dell'incidente stavo registrando con la camera piccola mentre un altro amico stava utilizzando quella grande. Matteo sapeva di essere ripreso ma non interagiva con la telecamera».
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