Roma, Piazza di Porta Maggiore. Daniele è un infermiere del policlinico. Sta tornando a casa la sera tardi quando viene fermato dai carabinieri. Un controllo garbatissimo, anche prima che Daniele riesca a dire che sta rincasando dopo il turno in ospedale. Per un attimo però Daniele si preoccupa. È quando il carabiniere più giovane gli fa notare qualcosa: «Sa che la sua patente sarebbe scaduta un mese fa e andrebbe rinnovata? Ma non si preoccupi, lei è ancora in tempo perché il Governo ne ha prorogato la validità fino al 30 aprile 2021, causa emergenza Covid».

La storia di Alem

Roma, Via Casilina, pochi passi da Porta Maggiore. Alem è una donna etiope, in Italia da vent’anni, disabile e invalida al 100 per cento, che ormai da un anno vive solo della sua pensione.

A dicembre 2020 le è scaduto il permesso di soggiorno, ma Alem non è stata bene e a volte è anche un po’ confusa. Per questo motivo non ha subito completato le procedure di rinnovo. Tra l’altro in questo periodo anche l’assistenza domiciliare ha subito qualche intermittenza in più del solito; e per il disbrigo delle pratiche Alem ha bisogno di essere accompagnata.

Come per Daniele, anche per Alem questo non dovrebbe essere un problema perché il governo, oltre alle patenti, ha prorogato sino al 30 aprile prossimo anche i permessi di soggiorno che a marzo 2020 (inizio della pandemia) erano ancora validi. Una misura a costo zero che ha evitato file e affollamenti, e a molti, che sono rimasti disoccupati a causa della pandemia,  ha dato qualche speranza in più di ritrovare un lavoro e avere così i requisiti per il rinnovo.

Ma un brutto giorno di fine gennaio Alem si rende conto di non avere più i soldi della pensione: rate bloccate sin da dicembre 2020. Soldi che servirebbero subito e non certo per spese voluttuarie. Alem non sa come fare. Per mangiare ha delle scorte, ma deve comprare il gas per la stufa perché fa molto freddo e lo sgangherato alloggio dove vive, privo di riscaldamento, è insalubre e trasuda umidità.

Viene subito  contattato l’Inps che risponde con questo ineffabile messaggino: “ Gentile xxxx, in merito alla sua Richiesta n. xxxx effettuata all'INPS in data 04/02/2021 , le comunichiamo quanto segue: Prego presentare nuovo permesso di soggiorno o invito per rinnovo del permesso a InvalidiCivili.Roma@Inps.it o tramite patronato per rimessa in pagamento pensione”.

Viene da chiedersi: possibile che le sedi romane dell’Inps non sappiano che, di decreto in decreto, i permessi di soggiorno sono stati prorogati sino ad aprile? Possibile che nel togliere l’essenziale per vivere a una persona invalida nessuno pensi di mandarle almeno un messaggino prima, invece di un messaggino dopo?  

Il giovane carabiniere che ha controllato Daniele conosceva le norme della decretazione d’urgenza intervenuta in quest’anno di pandemia. È strano invece che agli uffici dell’Inps quelle regole sfuggano, data anche la gravità del provvedimento e il livello decisionale che lo ha prodotto.

Può darsi che il fatto che Alem sia etiope - mentre Daniele è italiano – non c’entri. Viene allora da pensare che potrebbe essere “solo” una questione di soldi, quelli che l’Inps vorrebbe tenere per sé.  

Poi l’occhio cade sul discorso di Draghi per l’insediamento del Governo: «Vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato». Per fortuna, ha detto Draghi, l'aumento della diseguaglianza è stato attenuato dalle reti di protezione presenti nel nostro sistema di sicurezza sociale, in particolare dai provvedimenti adottati sin dall'inizio della pandemia.

Tra questi provvedimenti – in un periodo di eccezionale difficoltà di organizzazione degli uffici – c’è stato anche quello che ha consentito alle questure e ai cittadini stranieri già regolarmente soggiornanti di diminuire il loro reciproco affanno, prolungando la validità dei permessi di soggiorno. E nelle reti di protezione evocate da Draghi c’è sicuramente – da protagonista principale – anche l’Inps…ma l’Inps lo sa?

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