In questi giorni l’intervista più citata a Jeff Bezos è quella che ha concesso a 18 anni al Miami Herald, a pochi giorni dal diploma. Allora era il più brillante studente del suo anno, sarebbero serviti ancora 12 anni per la fondazione di Amazon: «Il mio sogno – ha detto in quella occasione – è di costruire hotel spaziali, parchi di divertimento e colonie, per portare in orbita fra le due e le tre milioni di persone».

A distanza di anni Bezos ha dovuto un po’ rivedere le sue ambizioni, ma non ha smesso di inseguire il sogno dello spazio, con la sua Blue Origin. Fino ad oggi, 20 luglio 2021, quando intorno alle 15 (ora italiana) a bordo di un New Shepard ha effettuato un volo suborbitale di una decina di minuti. Ha raggiunto i 100 chilometri di altezza, oltre il limite che convenzionalmente definisce l’inizio dello spazio (per la Nasa sono gli 80 chilometri).

L’equipaggio

Soprattutto è stata un’altezza superiore rispetto a quella raggiunta la scorsa settimana da Richard Branson, altro ultramilionario con il sogno dello spazio. Nel caso del New Shepard a bordo non c’era alcun pilota ma solo i quattro membri dell’equipaggio.

E anche questo ha segnato qualche record. Oltre a Jeff Bezos e al fratello Mark, a bordo c’erano anche la donna più anziana e l’uomo più giovane ad aver mai raggiunto lo spazio. Wally Funk, 82 anni, negli anni Sessanta aveva completato l’addestramento con la Nasa, ma non aveva mai avuto occasione di far parte di una missione.

(AP)

Oliver Daemen, olandese di 18 anni, deve ringraziare il padre che gli ha acquistato il biglietto per il viaggio. La Blue Origin lo aveva messo in palio con un’asta, il primo classificato si è ritirato all’ultimo (ufficialmente per impegni concomitanti improrogabili). Il padre di Daemen era il secondo in classifica.

Avere a bordo i due Bezos, un giovanissimo e un’anziana aviatrice diventa indirettamente uno straordinario spot per Blue Origin, che punta soprattutto a dimostrare la sicurezza dei suoi viaggi spaziali e la possibilità concreta di renderli disponibile a chiunque (sia molto ricco). Anche senza hotel in orbita, rappresenta davvero simbolicamente l’inizio dell’era del turismo spaziale. O almeno è quello che Bezos vorrebbe farci credere.

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