Un paragrafo messo lì en passant, in fondo a pagina 32 della relazione finanziaria annuale al 30 giugno 2021 di Juventus Football Club. Sotto il titolo “Procedimento ispettivo avviato dalla Consob” vengono riportate quattro righe scarse: «Con lettera in data 12 luglio 2021, la Consob ha avviato nei confronti della società una verifica ispettiva, attualmente in corso, ai sensi dell’articolo 115, comma 1, lett. c), del Tuf avente ad oggetto l’acquisizione, da parte dell’autorità, di documentazione ed elementi informativi relativi ai proventi derivanti dalla gestione dei diritti dei calciatori». La formula un po’ oscura («proventi derivanti dalla gestione dei diritti di calciatori») va tradotta in “plusvalenze”. Ossia il surplus che, a margine della cessione dei diritti economici di un calciatore, è calcolato tra la cifra nominale di cessione e il residuo che quei diritti sarebbero costati in termini di ammortamento se il calciatore non fosse stato ceduto. La plusvalenza è la risorsa di bilancio con cui il calcio italiano ha giocato spesso e pericolosamente nel corso degli anni, fino a fare scuola all’estero dove il metodo è stato copiato. Su questo fronte, negli anni più recenti, la società bianconera si è impegnata con ottima lena a realizzare numeri molto importanti.

L’anno del picco

Sono stati anni molto plus, per la società presieduta da Andrea Agnelli. Hanno toccato il picco con l’esercizio chiuso al 30 giugno 2020, quando la Juventus ha iscritto a bilancio plusvalenze per 166 milioni di euro. Parte corposa delle quali è stata realizzata grazie alla Juventus Under 23, la squadra iscritta in Lega Pro e giunta alla sua quarta stagione di attività.

Il vortice di calciatori scambiati attraverso la seconda squadra, per cifre molto rilevanti, sia in Italia che all’estero ha indotto a parlare dell’Under 23 juventina come un plusvalenzificio.

E relativamente all’esercizio di bilancio 2020 e a quei 166 milioni di euro in plusvalenze risultava che gli scambi fatti attraverso l’Under 23 o le altre squadre giovanili incidessero per 50 milioni di euro. Si tratta di intrecci come quello col Manchester City che ha coinvolto Pablo Moreno Taboada e Félix Correia, con cifre da 10 milioni di euro attribuite a ciascuno, o quello con l’Amiens che porta i due club a scambiare Felix Nzouango e Rafael Fonseca. In quest’ultimo caso, come sempre succede quando lo scambio avviene con un club di taglia più piccola, la Juventus paga un po’ di più rispetto a quanto incassa: 1,9 milioni di euro contro 1,4 milioni di euro.

Una girandola vorticosa di valori che ammortizza il rosso dell’esercizio di bilancio (che comunque fa segnare -89 milioni di euro) ma non giova alla solidità dei conti.

Indietro tutta

Rispetto alla cifra monstre di 166 milioni dell’anno precedente, l’esercizio di bilancio al 30 giugno 2021 (che dovrà essere approvato a fine ottobre dall’assemblea annuale degli azionisti) presenta un saldo risicato alla voce plusvalenze: 30,5 milioni di euro. E certo una così potente contrazione ha un’incidenza importante su un rosso di bilancio che tocca quota 209,9 milioni di euro. Il Covid ha inciso ma è curioso che, nell’anno in cui le plusvalenze precipitano, il disavanzo sfondi il tetto dei 200 milioni.

Ma altrettanto curioso è vedere quali siano i calciatori grazie ai quali sono stati raggranellati 30,5 milioni di euro in plusvalenze. Perché si scopre che ancora una volta quell’attivo derivi da movimenti minori. Il più rilevante è quello di gennaio 2021 col Genoa, che porta Nicolò Rovella alla Juventus (ma lasciato lì dove era, in prestito biennale) e i due bianconeri under 23 Manolo Portanova e Mattia Petrelli in rossoblu. In tutto fanno 18 milioni di plusvalenza per i bianconeri. Dalla cessione di Naouirou Ahamada allo Stoccarda arriva una plusvalenza da 1,4 milioni di euro che in questo caso non è incrociata. Ma poi si va con la cessione di Heubang Tongya al Marsiglia che frutta una plusvalenza da 7,79 milioni di euro e l’arrivo di Aké Marley, valutato 8 milioni di euro. E ancora, i 2,45 milioni di euro di plusvalenza per la cessione al Lugano di Kevin Monzialo, in cambio del quale arriva Christopher Lungoyi per 2,5 milioni di euro.

E poi ci sono gli intrecci con due società piemontesi di Lega Pro. Nel primo caso è la Pro Vercelli, che prende Giulio Parodi per 1,32 milioni di euro consentendo alla società bianconera una plusvalenza da 1,309 milioni di euro, ma le trasferisce Davide De Marino per 1,5 milioni di euro. Nel secondo caso è il Novara, che consente alla società bianconera una plusvalenza da 889mila euro prendendo il giovane Francesco Lamanna, ma le cede Tommaso Barbieri per 1,4 milioni di euro. Per la cronaca, il Novara è fra le società che la scorsa estate non sono riuscite a iscriversi in Lega Pro.

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