- A causa della giovanissima età Kamila Valieva gode dello status di persona protetta garantito dal codice mondiale antidoping. L’incertezza sulle sanzioni ha indotto il Tas a assumere un provvedimento iper-garantista e anche un po’ paternalista.
- In attesa delle controanalisi i risultati conseguiti da Valieva durante i Giochi saranno sub iudice. Ma questa circostanza da “positiva, ma” è già un vulnus alle politiche antidoping, che perdono legittimità.
- Il mondo dello sport reagisce malissimo a un trattamento ritenuto di privilegio. E nelle polemiche circolate in queste ore entrano anche motivi razziali o legati al covid, che trascinano in basso il livello del dibattito.
Danno irreparabile. La divisione ad hoc del Tribunale arbitrale dello sport (Tas) per i Giochi invernali di Pechino ha usato una formula alquanto ambigua per dirimere l’ancor più ambiguo caso di doping che investe Kamila Valieva, la quindicenne pattinatrice di figura russa che domina in pista, ma portandosi addosso un’ombra troppo spessa per far considerare limpidi quei successi. Il danno irreparabile, secondo i giudici del tribunale sportivo con sede a Losanna, si sarebbe verificato se fosse


