Papa Prevost ha deciso di confermare in via provvisoria tutte le cariche della Curia romana, un atto dovuto in un certo modo; quando un nuovo pontefice viene eletto infatti, di norma può procedere a chiamare in Vaticano alcune personalità di sua fiducia negli incarichi che ritiene più utili. È anche vero, tuttavia, che la Curia romana è un organismo sensibile e che certi eventuali cambiamenti occorre farli un po’ per volta.

Fra le alte cose il pontefice appena eletto dovrà forse stabilire delle relazioni più serene rispetto al suo predecessore con la Curia nel suo insieme; d’altro canto quelli di Francesco, non va dimenticato, sono stati gli anni della riforma della curia, inevitabilmente fonte di qualche conflitto. In ogni caso, è stato diffuso un comunicato dai Sacri palazzi, nel quale si poteva leggere: «Sua Santità Leone XIV ha espresso la volontà che i capi e i membri delle istituzioni della Curia Romana, come pure i segretari, nonché il Presidente della Pontificia commissione per lo stato della Città del Vaticano, proseguano, provvisoriamente, nei rispettivi incarichi donec aliter provideatur (finché non si provveda altrimenti, ndr). Il Santo padre eletto dovrà infatti riservarsi un certo tempo per la riflessione, la preghiera e il dialogo, prima di qualunque nomina o conferma definitiva».

Sta di fatto che papa Prevost si è affacciato dalla loggia centrale di San Pietro, affiancato dal Segretario di stato Pietro Parolin, gesto che non è passato inosservato, segno da una parte di unità dopo un conclave che, stando alle voci di queste ore, li ha visti, almeno in un primo momento, entrambi candidati al soglio di Pietro, dall’altra è indizio di una continuità probabile di Parolin come Segretario di stato. Anche perché, secondo una regola non scritta, a papa straniero, viene affiancato un primo collaboratore italiano.

D’altro canto, Parolin oltre a essere un buon conoscitore della macchina curiale, è un coetaneo del nuovo papa, c’è da dire però che ha ricoperto un incarico delicato e spesso al centro di tensioni interne e esterne alla Chiesa per 12 anni, per cui è ipotizzabile che dopo un periodo più o meno lungo di accompagnamento del nuovo pontefice possa passare la mano. Si vedrà, poi, come Leone XIV intende procedere in altri casi di rilievo: per esempio al Dicastero per la dottrina della fede, Francesco aveva chiamato, negli ultimi anni, un teologo di sua fiducia, il cardinale Victor Fernandez, detestato dall’ala conservatrice perché giudicato troppo progressista rispetto alla tradizione della chiesa. È anche vero che Fernandez metteva in pratica la volontà del papa argentino, come nel caso della Dichiarazione Fiducia supplicans con la quale si ammetteva la benedizione delle coppie omosessuali, documento che ha suscitato consensi e critiche dure.

Le nomine

Ancora, bisognerà vedere come si regolerà Prevost con il settore della comunicazione vaticana, se vorrà cambiare qualcosa o lasciare le cose come stanno. C’è poi il capitolo delle nomine al femminile in Curia operate dal papa argentino; considerato che si tratta di decisioni molto recenti (due religiose, Simona Brambilla e Raffaella Petrini, sono a capo rispettivamente del dicastero della vita religiosa e del Governatorato dello stato vaticano) è assai difficile che il pontefice vada a toccarle, la cosa apparirebbe come un sconfessione fin tropo evidente dell’operato di Bergoglio.

Più interessante sarà capire fino a che punto, al contrario, papa Prevost vorrà seguire la strada intrapresa dal suo predecessore in fatto di nomine di donne e di laici al vertice della Curia; fra questi ultimi, c’è per esempio, il Segretario della segreteria per l’economia, l’economista Maximino Caballero Ledo. In generale, poi, tutto il capitolo finanziario meriterà un attenzione specifica da parte del papa nordamericano, si misurerà infatti su questo aspetto sia la sua capacità di gestire attraverso i giusti collaboratori un settore nevralgico della vita della Santa sede, sia l’attitudine e la forza che saperà metere in campo nel mantenere l’indipendenza del Vaticano da altri poteri.

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