Le motivazioni non sono ancora state depositate, ma la decisione della corte di Cassazione rappresenta l’ultima svolta nella vicenda processuale di Bruno Contrada.

La suprema corte, infatti, ha bloccato il risarcimento per l’ex numero due del Sisde, il servizio segreto militare, al centro di un processo per concorso esterno in associazione mafiosa rimandando gli atti alla corte di Appello. Di sicuro, al momento, non avrà i 667mila euro che i giudici di secondo grado gli avevano riconosciuto come risarcimento per la ingiusta detenzione subita.

La Cassazione ha annullato la sentenza dei giudici del capoluogo siciliano disponendo un nuovo processo. Bruno Contrada è stato condannato, alla fine di un lungo iter giudiziario, a dieci anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Dopo diversi tentativi di revisione del processo, sempre respinti, nel 2015, è arrivata la pronuncia della corte Europea dei diritti dell’uomo e, successivamente, della Corte di Cassazione che hanno stabilito che Contrada non andava posto sotto processo perché, all'epoca dei fatti, il reato a lui contestato non era stato tipizzato dal legislatore. Neanche i giudici di Strasburgo, però, hanno mai messo in discussione quanto emerso nelle sentenze e negli atti di accusa ovvero il contributo di Contrada ai boss avvisati prima di retate e appostamenti. 
Contrada viene arrestato a natale del 1992, trascorre quattro anni e mezzo in carcere e tre anni e mezzo ai domiciliari. Due anni gli sono stati condonati per buona condotta.  Nel 2015 i giudici della corte di Strasburgo hanno condannato l'Italia a risarcire il funzionario, destituito dalla polizia di stato e poi reintegrato come pensionato nel 2017, sostenendo, appunto, che il processo a suo carico fosse illegittimo in quanto il reato di concorso esterno in associazione mafiosa era stato tipizzato e aveva assunto una dimensione chiara e precisa solo con la sentenza Demitry del 1994.

E Contrada era finito davanti ai giudici per fatti precedenti a quella data. Così arriva la decisione della corte di Cassazione e poi il risarcimento per la detenzione illegittima che è stato annullato oggi. Per lui parla il suo legale, l'avvocato Stefano Giordano. «Aspettiamo di leggere le motivazioni per un esame più approfondito ma è evidente fin d'ora che la corte di legittimità non ha dato esecuzione alla sentenza di Strasburgo, secondo cui Contrada non andava né processato, né condannato». Ora si riparte dalla corte d'Appello. 

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