Non si ferma la serie di violenze che sta macchiando le manifestazioni di protesta in tutta Italia. Dopo Napoli, Milano, Torino e Roma, è stata la volta di Firenze. Nella serata di venerdì 30 ottobre, estremisti di destra e anarco-insurrezionalisti si sono scontrati con la polizia. Ma oltre a fumogeni, petardi e lancio di bottiglie, c’è un elemento di novità che non sta facendo dormire sonni tranquilli a chi indaga: una molotov, bottiglia incendiaria, tirata verso le forze dell’ordine.

Un’arma che da qualche anno era sparita dalle piazze italiane, ma che ora torna nelle manifestazioni contro le restrizioni per contenere l’epidemia. A lanciarla è stato un diciannovenne di Arezzo, identificato dalla Digos perché indossava una maschera di Guy Fawkes, che nel 1605 cercò di far saltare per aria il parlamento inglese, diventata simbolo dei movimenti di protesta dopo il film V per Vendetta prima, e con la serie La Casa di Carta poi. Il ragazzo, vicino al mondo dell’estrema sinistra, è stato uno dei quattro arrestati durante gli scontri di Firenze, per cui sono state denunciate più di venti persone. Al momento il ritorno della molotov è un caso isolato, ma viene letto come un possibile segnale di un innalzamento della conflittualità nelle piazze.

(Foto: LaPresse)

Il patto fra opposti estremisti

Le piazze continuano a riempirsi per la protesta pacifica di commercianti e partite Iva in tutta Italia contro i provvedimenti di chiusura del governo. E vengono cavalcate dai partiti della destra istituzionale e dai movimenti extraparlamentari, alla ricerca di elettori tra le categorie più colpite da lockdown e coprifuoco.

«Nessuno soffia sul fuoco o vuole speculare», ha dichiarato Giorgia Meloni in un’intervista a Repubblica. «La protesta pacifica è la risposta migliore alle frange violente che fanno solo gli interessi del governo». Per questo si sono fatti vedere spesso nelle piazze esponenti locali e nazionali sia di Fratelli d’Italia sia della Lega, decisi a capitalizzare il più possibile l’onda di malessere e malcontento.

Un’occasione d’oro per la destra, che anche durante le settimane peggiori della pandemia non ha smesso di chiedere dimissioni del governo ed elezioni. Facendo propria la protesta, possono dare più forza alla loro opposizione. Tra chi cerca di mettersi alla testa delle manifestazioni di scontento c’è anche CasaPound, che continua a scendere in piazza – come successo sabato pomeriggio a Campo de Fiori, nel centro di Roma, dove non sono mancati momenti di tensione con la polizia – con le «mascherine tricolori», sia per cercare di darsi un volto moderato, sia per intercettare nuovi consensi.

Una strategia, quella della destra istituzionale e di CasaPound, che trova però un forte ostacolo nella violenza e la costante ricerca dello scontro portata avanti dai neofascisti di Forza Nuova, dai gruppi ultras e dagli uomini legati ai clan della criminalità organizzata. Menano le mani prima, strumentalizzano la repressione poi. Strategia simile a quella di alcuni centri sociali di sinistra o dei gruppi anarchici: una saldatura tra opposti estremismi, come successo a Torino e Firenze.

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Repressione

Poi c’è la strumentalizzazione della risposta delle forze dell’ordine a vandalismi e azioni violente. Sui gruppi Telegram, Facebook e nei blog di No Mask, negazionisti e neofascisti insieme ai video che negano la pandemia e che riprendono ospedali a loro dire vuoti, girano video e post con cui si attaccano polizia e carabinieri per essere il braccio della «repressione dell’Italia libera» per mano «della dittatura sanitaria e tecnocratica», contro coloro che «protestano pacificamente».

Una contronarrazione che punta a far apparire gli agenti come «veri signori del disordine sociale», o «sceriffi di Nottingham, forti di decreti legge incostituzionali e di una paura diffusa», come scrivono i leader di Forza Nuova in una petizione lanciata su CitizenGo. Tra i firmatari, oltre all’ex terrorista nero Roberto Fiore e al suo braccio destro Giuliano Castellino, ci sono anche i leader di Comunità di Avanguardia, nuovo nome di Avanguardia Nazionale, movimento neofascista sciolto negli anni Settanta con la legge Scelba ma ancora in attività.

E poi avvocati come Carlo Taormina, e rappresentanti delle istituzioni come l’ex senatrice del Movimento 5 Stelle Paola De Pin. Ma anche il deputato Vittorio Sgarbi, che quando non si fa portare fuori con la forza dall’aula di Montecitorio per non indossare la mascherina, ha il tempo di fare proprie le istanze dei neofascisti.

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