QUARANT’ANNI DAL CONFLITTO DI MAFIA

La guerra di Riina a Palermo che ha cambiato l’Italia

Credits: Archivio redazione giornale “L'Ora”, custodito nella Biblioteca centrale della Regione Siciliana
Credits: Archivio redazione giornale “L'Ora”, custodito nella Biblioteca centrale della Regione Siciliana

11 marzo 1981, inizia l’assalto dei Corleonesi all’aristocrazia mafiosa palermitana che cambierà il destino del paese. Il racconto di un cronista che ha visto con i propri occhi il sangue e i morti per strada. L’orrore della carneficina, la città siciliana ostaggio della ferocia. E l’incontro con gli investigatori poi uccisi dal capo dei capi

  • 1981. Faccio il cronista da due anni e comincio a pensare di non essere adeguato per questo mestiere, non avevo mai visto un morto e da quando Palermo è diventata una tonnara ne ho visti più di cinquanta, ma non è quello che mi spaventa.
  • Mi dà i brividi bussare alla porta di casa dei parenti che ancora non sanno di un figlio o di un padre che non ci sono più, oggi ci va Robertino ma domani sarà il mio turno. Perché, domani, di sicuro ci sarà un altro morto.
  • Tutto comincia l’11 marzo, la data d'inizio di quella che passerà alla storia come la grande guerra di mafia di Palermo. In realtà non è stata una guerra, ma uno sterminio dove i Corleonesi hanno cancellato dalla faccia della terra tutti i rappresentanti dell'aristocrazia criminale siciliana.

Il ragazzo è a terra, in mezzo al suo sangue. Fa caldo, le mosche ronzano intorno al cadavere, impaziente il becchino sbuffa in faccia al medico legale che è ancora lì a rovistare sui resti umani. Si fa largo fra la folla un uomo che tiene per mano i suoi due figli, uno avrà sei anni e l'altro nove. Afferra il primo e se lo carica sulle spalle, si sporge in avanti sollevandosi sulla punta dei piedi perché il bambino possa vedere meglio. «Talìa, talìa», guarda, guarda. Poi scaraventa giù il prim

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