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La ’ndrangheta è un problema di famiglia. Anche per i giudici

(Foto AGF)
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Forgione, ex presidente della commissione antimafia, ha perfino le carte di credito bloccate: i giudici di Catanzaro lo hanno condannato per diffamazione, ha raccontato i legami familiari di alcuni magistrati

 

  • Da un esposto presentato al Consiglio Superiore della Magistratura e al ministro della Giustizia da un cittadino che ha da lamentarsi per una condanna subita, siamo venuti a conoscenza di una vicenda che sottotraccia scopre un insieme di coincidenze e circostanze.
  • In Calabria ci sono legami e radici nell’albero genealogico che collegano i piani alti del palazzo di Giustizia con boss veri e presunti.
  • Sarebbe interessante conoscere l'identità di questi magistrati calabresi, quali incarichi ricoprono, il grado di consanguineità con quei "parenti e affini mafiosi”. Il ministro della Giustizia ne sa qualcosa? 

Un albero genealogico disvela sempre più di quanto crediamo e vogliamo, soprattutto nelle terre sacre e nascoste d’Italia. Un cugino o un cognato, magari famosi per come lo sono laggiù gli abituali ospiti delle cronache, nel migliore dei casi generano disagio e nel peggiore fastidiose attenzioni poliziesche. Ci sono mappe dinastiche che assumono (quasi) dignità di “corpo del reato”. Per cui si può ben comprendere l'imbarazzo di coloro che rotolano loro malgrado in una disgraziata ragnatela pare

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