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I disturbi alimentari nella pandemia. Le strutture di sostegno non bastano

A girl suffering from anorexia on January 10, 2009, in Warsaw. Photo CTK/Grzegorz Klatka. (CTK via AP Images)
A girl suffering from anorexia on January 10, 2009, in Warsaw. Photo CTK/Grzegorz Klatka. (CTK via AP Images)

Per le cure dei Dca esistono strutture pubbliche o private convenzionate, circa 146 in tutto il paese. Si tratta di strutture spalmate sul territorio nazionale, ma in maniera irregolare. Molti ambulatori non erano pronti ad affrontare la gestione dei pazienti da remoto

  • Durante primo e secondo lockdown, molte persone hanno canalizzato le proprie emozioni o paure sul cibo, comportando un aumento dell’utenza e anche un aggravamento delle persone già ammalate prima della pandemia, di DCA.
  • In Italia sono poche le regioni in cui è presente una rete completa di assistenza. Questi deficit strutturali rientrano nelle cause dirette di aumento del disturbo dell’alimentazione. Nel primo semestre del 2020 sono stati rilevati, dal ministero della Salute, 230.458 nuovi casi.
  • L’anoressia è la II causa di morte nella fascia tra i 12 e 18 anni, dopo gli incidenti stradali, ma la mortalità è direttamente proporzionata alle cure. Dove ci sono più cure si muore di meno e viceversa, perché si tratta di una patologia che se non viene curata non rimane stabile ma va a peggiorare.

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