La Medical Service 88 ha vinto bandi con Inps e Ingv. Ma l’ex deputato Mario Pepe li presenta come sue competenze tecniche. Nelle gare non risulta alcun riferimento alla previdenza complementare, cioè la materia che dovrà trattare da capo della Covip
I dubbi sui requisiti di Mario Pepe per guidare la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) aumentano. La storia riguarda il percorso politico e professionale, che Domani è in grado di raccontare, tra bandi vinti e l’assenza di indicazioni specifiche sui progetti per la previdenza complementare. Che dovrebbe essere il pane di Pepe, nuovo guardiano della previdenza complementare.
Ma andiamo con ordine. C’è una società, la Medical service 88, e ci sono gli appalti pubblici, con l’Inps. Ma anche con l’Inpdap e l’Ingv. In mezzo c’è l’ex berlusconiano che oltre all’attività politica ha curato gli affari di famiglia in ambito sanitario: è stato lui a fondare, nel 1988, lo studio medico con sede a Porta Pia, a Roma.
Oggi non risulta titolare di quote e, stando a quanto scrive nel curriculum, fornisce solo consulenze sui temi di welfare e fondi pensione. Pepe rivendica queste consulenze come strumento per la presidenza della Covip, che gli garantisce – come da legge – 162mila euro all’anno per un mandato di 7 anni.
Una poltrona che si è materializzata grazie alla sponsorizzazione informale dell’editore e imprenditore della sanità privata, nonché deputato della Lega, Antonio Angelucci, attraverso il sottosegretario al Lavoro leghista, Claudio Durigon, e con il via libera di Giovanbattista Fazzolari, il gran visir delle nomine del governo Meloni.
La ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, d’intesa con Giancarlo Giorgetti, ha firmato il decreto, nonostante i dubbi sul curriculum. Che poco sembra avere a che fare con i fondi pensione, una torta da 338 miliardi di euro (tra cui i soldi delle casse di previdenza professionali), su cui vigila la Covip.
La società di famiglia
Nel curriculum di Pepe, di professione endocrinologo, viene infatti menzionata l’esperienza di fondatore della Medical service 88 e la collaborazione con enti pubblici: «Dal 2013 al 2025 è stato consulente e collaboratore in materia di welfare integrato di diversi organismi di origine bancaria e assicurativa quali Medio Credito Centrale, Inpdap e Inps», si legge sul documento disponibile sul sito della Covip.
L’Inps risulta certamente tra le principali stazioni appaltanti dell’impresa di famiglia. Nel 2013, quando Pepe aveva appena cessato il mandato parlamentare, Medical service 88 si è aggiudicata l’appalto - con procedura negoziata – da oltre un milione e 650mila euro per l’«organizzazione e gestione dei presidi sanitari per interventi di primo soccorso, assistenza medica e di emergenza».
Un affidamento che si conclude nel 2016. Passano tre anni e nell’aprile 2019, durante il governo giallo-verde, la società fondata da Pepe vince una gara, questa volta con procedura aperta, per i servizi «di gestione del presidio sanitario di primo intervento medico presso le sedi della direzione generale» dall’importo di un milione e 600mila.
La Medical si aggiudica altre due gare nel 2020 e un’ultima, nel 2023, dall’importo di un milione e mezzo sempre per servizi che comprendono pure esami clinici e biologici.
L’Inps, guardando lo storico delle gare, risulta l’ente pubblico con cui la società di Porta Pia ha vinto i bandi più sostanzioso. Solo che nell’oggetto del capitolato delle gare non appare alcun riferimento al welfare integrativo rivendicato nel curriculum di Pepe.
Ancora più singolare la vicenda che riguarda l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Nella documentazione, inviata al governo e trasmessa alle Camere, c’è il riferimento alla partecipazione a progetti con l’Ingv. Informazioni, poi, non riportate sul cv pubblicato sul sito della Covip. Del resto un contatto c’è stato, sempre con la Medical service, che all’istituto ha offerto varie prestazioni.
Il contratto più ricco risale al 2015 con il servizio di sorveglianza sanitaria per 200mila euro. L’azienda, fondata da Pepe, ha poi venduto all’Ingv 10 defibrillatori per 8mila euro, nel 2018. In altri casi ha organizzato il servizio di pre-triage medico ai concorsi indetti dall’istituto. Di previdenza complementare non c’è traccia.
Dal Covid alla Covip
Domani ha chiesto a Pepe se i progetti riportati del curriculum siano legati a questi appalti, ma il neo-presidente della Covip non ha risposto.
Resta la certezza che Pepe è sensibile alla cassa, fin dai tempi dei tagli ai vitalizi dei parlamentari quando perorava la causa dei “poveri onorevoli” ridotti sul lastrico dai tagli. E la crisi non risparmia nessuno.
Così nella stagione del Covid Pepe ha battuto cassa. Secondo la documentazione pubblica, nel marzo 2024 ha ricevuto 24mila euro come «contributo a fondo perduto perequativo per i soggetti maggiormente colpiti dall’emergenza epidemiologica». Un bel salto, dai rimborsi Covid allo stipendio della Covip.
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