Aria inquinata a Gubbio

La voglia di bruciare rifiuti che unisce i cementifici rivali

24 February 2021, Hamburg: Workers empty a container for concrete on a construction site of a new apartment building. On 25.02.2020 the BFW Landesverband Nord informs about the current state of residential construction activities in Northern Germany. Photo by: Daniel Bockwoldt/picture-alliance/dpa/AP Images
24 February 2021, Hamburg: Workers empty a container for concrete on a construction site of a new apartment building. On 25.02.2020 the BFW Landesverband Nord informs about the current state of residential construction activities in Northern Germany. Photo by: Daniel Bockwoldt/picture-alliance/dpa/AP Images

Due aziende, Colacem Spa e Barbetti Spa, fanno a gara per ottenere la concessione per bruciare materiali inquinanti. Bruciare i rifiuti crea un volume di affari sostanzioso. D’altronde per per molte amministrazioni locali trattarli come “Combustibile solido secondario” è una soluzione ai problemi di gestione dei rifiuti 

  • A Gubbio ci sono due cementifici, Barbetti spa e Colacem spa, secondo un report dell’Eea (European environment agency) del 2011, rispettivamente il primo e il secondo cementificio in Italia per danno ambientale e tra le 622 industrie che hanno creato maggior danno all’ambiente in Europa.
  • Le aziende assicurano che secondo i dati rilevati da Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) la qualità dell’aria a Gubbio è ottimale. In particolare da un grafico con i rilevamenti delle centraline di tutta l’Umbria emerge che le due centraline in prossimità dei cementifici segnano addirittura i valori più bassi di tutta la regione.
  • Qualche mese fa l’avvocata del Wwf Valeria Passeri ha mandato un'istanza di accertamento alla Guardia di finanza sui contributi non vincolati che le due cementerie erogano ogni anno ad Arpa: 94mila euro annui (47mila per cementificio). Le indagini sono tuttora aperte.

Per continuare a leggere questo articolo