Il cadavere di un giovane migrante di origini bengalesi è stato trovato su una piccola imbarcazione giunta sulle coste di Lampedusa e trovata dagli agenti della Guardia di finanza. Sul caso è stata aperta un’indagine dalla procura di Agrigento ma si tratta del settimo morto in poche ore.

Nella notte, sempre a largo di Lampedusa, sono arrivate quindici imbarcazioni, mentre altre tre sono state soccorse dalla guardia di finanza. Trasportavano a bordo 63 migranti, principalmente di origini subsahariane a cui è stato prestato soccorso.

Oggi, invece, Alarm Phone ha segnalato di aver perso i contatti con un’imbarcazione che aveva a bordo 85 migranti e si trovava a largo di Malta. Le autorità locali non hanno mai risposto alle richieste di aiuto e ora si teme il naufragio.

È il risultato dell’aumento delle partenze degli ultimi giorni che ha incrementato anche il rischio di naufragi nel Mediterraneo centrale. La guardia costiera della Tunisia, paese da dove partono il maggior numero di persone insieme alla Libia, è riuscita a intercettare in poche ore ben dodici imbarcazioni dirette verso l’Italia, che negli ultimi anni ha stretto accordi con il governo tunisino per arginare le partenze.

L’hotspot di Lampedusa

Tra i punti di approdo di migranti più comuni c’è l’Isola di Lampedusa, da sempre al centro del flusso migratorio che parte dal nord Africa e giunge in Europa.

Negli ultimi giorni sono sbarcati sull’isola circa 800 migranti, ma il centro di accoglienza è al limite. Al suo interno si trovano più di mille persone, ben oltre la capienza massima di 350 e che costringe i migranti a vivere in condizioni disumane. Molti attendono di essere dislocati nei centri di permanenza per i rimpatri o nei centri accoglienza sparsi sul territorio nazionale, ma anche in altre regioni non mancano i problemi.

A Crotone gestire i migranti che arrivano ogni giorno è sempre più complicato. Il personale non basta e quello che c’è viene distolto dal contrasto alla criminalità organizzata. Lo denuncia Stefano Paoloni, il segretario generale del Sap, parlando del Cara di Crotone che dall’inizio dell’anno ha affrontato oltre cinquantacinte sbarchi. «Ci sentiamo di sottolineare che la situazione è veramente critica», dice Paoloni.

Solo ieri l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati, ha riportato la notizia della morte per stenti di sei migranti di origini siriane, tra cui tre minori. Insieme ad altri migranti – alcuni dei quali sono stati soccorsi e versano in gravi condizioni – viaggiavano su un imbarcazione diretta a Pozzallo. «Il Mediterraneo torna a essere una tomba, un cimitero, questa volta di due bambini in fuga annegati, insieme a un giovane e a due adulti», ha detto il presidente della Fondazione Migrantes il monsignor Gian Carlo Perego.

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