La rivoluzione mancata

Poco smart e troppo working. Anatomia di un’occasione persa

Foto AGF
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  • Abbiamo imparato a denominarlo smart working senza avere tempo di apprendere cosa sia. Una ricerca sociologica condotta nel settore del credito e dei servizi finanziari illumina equivoci e paradossi.
  • Doveva essere lavoro in autonomia e a obiettivi, si è trasformato in lavoro e orario d’ufficio svolti da casa. Il risultato è totale contaminazione fra tempo di lavoro e tempo di vita, probabilmente irreversibile.
  • Diritto alla disconnessione? Forse bisognerebbe parlare di obbligo, sia per i dipendenti (perennemente a rischio di sforare l’orario di lavoro senza alcun vantaggio salariale), sia per le direzioni aziendali (che scambiano lo stato di connessione per disponibilità illimitata).

Lo smart working che non era lui. È l’impressione più netta che si ricava guardando da vicino il “lavoro agile” e valutandone la dimensione di fenomeno sociale, o la sua percezione generalizzata, o la comunicazione che ne circola nel vasto tessuto del discorso quotidiano. Da oltre un anno parliamo di un oggetto che ha assunto una forma preterintenzionale e alimentiamo uno slittamento semantico divenuto irrimediabile. Perché ormai lo smart working (Sw) è questa cosa qui, come lo sono tutte le co

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