Da qualsiasi parte la si rigiri la vicenda dell'Air Force Renzi appare come una straordinaria stangata che il governo guidato proprio da Renzi inflisse allo Stato italiano e di cui si avvantaggiarono gli arabi di Abu Dhabi della compagnia aerea Etihad e Alitalia a quei tempi socia degli emiratini. Gaetano Intrieri è il manager aeronautico che scoperchiò il vaso di Pandora di quell'affare. Arrivato a metà 2018 al ministero dei Trasporti come consulente del ministro grillino Danilo Toninelli, si imbatté quasi per caso in quello strampalato contratto firmato due anni prima tra il segretariato generale del ministero della Difesa - sezione nazionale armamenti aeronautici e la compagnia aerea Alitalia che agiva come intermediaria rispetto a Etihad. La quale a sua volta controllava di fatto Alitalia anche se con una quota di capitale del 49 per cento. Non gli ci volle molto a Intrieri per capire che quell'accordo e quello successivo sempre sullo stesso oggetto tra Alitalia e Etihad in pratica erano un pessimo affare per lo Stato italiano e un grande affare per Etihad-Alitalia fornitori dell'aereo.

Alla base dell’inchiesta

L'inchiesta per truffa avviata dai magistrati di Civitavecchia ha preso spunto soprattutto dai report consegnati alla Guardia di finanza dal consulente ministeriale che, dati alla mano, aveva dimostrato l'incongruenza dei prezzi pagati dallo stato per i servizi di manutenzione e per il leasing di quell'aereo, un quadrimotore Airbus A340/500. C'era, però un neo in quelle ricostruzioni dovuto a una piccola sfasatura temporale tra le cifre concordate nel contratto e quelle calcolate da Intrieri. Il contratto era di metà 2016, i calcoli di Intrieri erano stati effettuati secondo i prezzi di due anni dopo.

Qualcuno già allora obiettò che in quei due anni i valori sia del leasing sia delle manutenzioni potevano essere cambiati, magari erano scesi e quindi bisognava tenerne conto per effettuare un raffronto il più esatto possibile. Con scrupolo il dirigente ha colmato anche quella lacuna e ora ci illustra l'ultimo report in cui utilizzando le valutazioni delle più quotate società mondiali di rating aeronautico attualizza i calcoli sull'entità del leasing e sulle manutenzioni. In più per alcuni tipi di servizi il manager si è fatto fare preventivi dalle società fornitrici. Il risultato non cambia: anche attualizzate e con i nuovi preventivi le cifre dell'accordo dimostrano che quella storia per lo Stato italiano si risolse con una fregatura su tutta la linea: leasing, manutenzione e i servizi che in termini aeronautici vengono definiti Camo.

847 mila euro al mese

Le manutenzioni degli aerei sono di diverso tipo: quelle più leggere, di routine che si fanno «a prato» (line maintenance) per cui non c'è bisogno che l'aeromobile sia ricoverato in un hangar. Poi c'è l'heavy maintenance, la manutenzione più complessa con il trasferimento dell'aereo in un hangar. L'heavy maintenance viene di solito calcolata insieme alle rate di leasing, ma per sua natura non può essere una cifra fissa essendo collegata alle ore di volo e quindi all'effettivo utilizzo dell'aereo. Questo tipo di manutenzione è quindi contabilizzata a fine mese a consuntivo. Per l'Air Force Renzi, invece, la manutenzione pesante è una quota fissa della rata di leasing. E questa rata secondo i calcoli attualizzati di Intrieri risulta più che doppia rispetto ai valori di mercato di quando il contratto fu stipulato. La rata mensile per l'aereo di Renzi avrebbe dovuto stare in un range tra 256 mila e 379 mila euro. Fu fissata invece a 847 mila.

32 milioni di dollari in otto anni

Infine ci sono i servizi Camo, cioè le verifiche tecniche sui vari parametri per garantire la sicurezza e che hanno come obiettivo la continuous airwhortiness, la aeronavigabilità continua. Il prezzo dei servizi Camo per gli 8 anni del contratto dell'Air Force Renzi fu stabilito in poco meno di 32 milioni di dollari con una rata mensile di circa 331 mila dollari. Intrieri ha chiesto un preventivo a una società specializzata, la Aero Engineering e ha constatato che è abissale la differenza tra ciò che è stato pagato per l'aereo di Renzi e ciò che gli è stato chiesto dal mercato nonostante nel frattempo il prezzo dei servizi Camo non sia cambiato granché, anzi, forse è anche aumentato rispetto a quattro anni fa. La Aero Engineering ha chiesto poco più di mezzo milione di dollari, con una rata mensile di 5.500 dollari, circa 60 volte inferiore a quella applicata all'Air Force.

Non solo. In base alle norme internazionali né Alitalia né Etihad avrebbero potuto fornire i servizi Camo. Alitalia perché non è certificata per quel tipo di aereo; Etihad perché essendo una compagnia araba non poteva avere le certificazioni Easa, cioè non poteva fornire i suoi servizi nel rispetto degli standard europei. Intrieri ha verificato che degli appena 34 aerei come quello di Renzi prodotti dal 2002 al 2008 da Airbus solo sette sono rimasti in esercizio e tutti in paesi dove il carburante costa poco. Perché tra i tanti difetti del jet che fu scelto c'era anche quello che esso consumava una caterva di carburante.

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