Dal 2018 a oggi l’industria italiana di biciclette ha visto una crescita del 20 per cento, grazie soprattutto al fenomeno della bicicletta elettrica, trainata dalle nuove politiche di mobilità sostenibile: lo afferma la Banca Ifis nel suo ultimo Market watch. Ifis è per il secondo anno premium partner delle Classiche del ciclismo italiano.

La filiera 

I dati di Banca Ifis sull’ecosistema della bicicletta mostrano una filiera che conta circa 2.900 imprese per 17mila addetti e produce ricavi per nove miliardi di euro annui. Le previsioni per il biennio 2021-2022 sono positive: un’industria su due prevede un aumento dei ricavi e solo il 10 per cento stima una contrazione. 

Le aziende del comparto risiedono soprattutto nel nord: le prime regioni sono Lombardia (22 per cento delle aziende) e Veneto (19 per cento). Sono ben proiettate sui mercati esteri: il 42 per cento del fatturato (oltre 630 milioni di euro) viene da oltre confine. Il 48 per cento delle aziende che esportano componenti e prodotti è nel nord-est. Ha un forte peso anche l’import, in particolare di componentistica: il primo fornitore è la Cina e oltre metà di produttori e grossisti comprano materiali sui mercati esteri. 

Secondo i dati raccolti da Ifis, nel biennio 2021-2022 quasi la metà degli imprenditori intende ampliare i mercati di riferimento e il 29 per cento punta a rinnovare l’offerta, per far fronte alla richiesta di prodotti più economici e tecnologici.  

Negli ultimi 5 anni in Italia, si sono quintuplicate le vendite di biciclette elettriche, che adesso rappresentano il 14 per cento del totale venduto: sono passate da poco più di 50.000 pezzi annui ai 280.000 del 2020. 

La sostenibilità della filiera

Otto imprese su dieci descrivono l’impatto ambientale come una priorità. Il 69 per cento dei produttori è impegnato nel riciclo e il 24 per cento si è attivato per ridurre gli scarti di produzione.

Un quarto circa delle aziende si impegna in azioni di economia circolare, con progetti che tengono conto del fine vita dei prodotti esistenti o di design circolare.

Le potenzialità del cicloturismo

Nel 2020 sono state vendute nel nostro Paese oltre 2 milioni di bici tra prodotti made in Italy e d’importazione, un aumento del 26 per cento rispetto al 2018. Di queste, 280 mila sono eBike (+44%). Circa il 50 per cento della produzione e delle vendite italiane è riservata al ciclismo sportivo amatoriale i cui appassionati si concentrano in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Sono persone sensibili anche alle tematiche della sostenibilità: il 71 per cento vorrebbe ridurre l’utilizzo dell’auto e il 72 per cento preferisce che le vacanze includano attività fisica.

Anche il fenomeno del ciclotursimo, secondo Legambiente, è concentrato in particolare nel nord: attira molti turisti stranieri (il 62 per cento del totale) e costituisce il 5,6 per cento dell’intera spesa turistica generata a livello nazionale. 

Il Trentino-Alto Adige propone l’offerta più ampia di percorsi, trasporti, punti ristoro e servizi dedicati alle due ruote:  ottiene in media 338 mila euro di ricavi per chilometro ciclabile. Secondo le stime di Banca Ifis, adeguandosi a questi standard qualitativi, il comparto potrebbe quadruplicare i guadagni attuali, incamerando circa 20 miliardi di euro da cicloturisti.

Perché accada, secondo Banca Ifis, sarà necessario potenziare la rete viaria dedicata. A oggi, le piste ciclabili presenti nelle 22 principali città italiane si estendono per 2.341 km, cui si aggiungeranno ulteriori 2.626 km di piste già previste nei Piani urbani di mobilità sostenibile, e 58mila km di ciclovie. Il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili prevede fondi per 600 milioni di euro nell’ambito del Pnrr destinati alla “mobilità dolce” per la realizzazione di 1.800 km di percorsi ciclabili.

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