Il papa ha annunciato la sua fitta agenda da oggi al 18 maggio. Sabato 10 maggio l’incontro con i cardinali, domenica il Regina Coeli e lunedì l’appuntamento con i giornalisti. Il nuovo pontefice nei prossimi giorni delineerà i caratteri del suo pontificato, ma già
si scorge la sua idea missionaria e la forte impronta socialePapa Leone XIV ha iniziato il suo ministero con la tradizionale messa nella Cappella Sistina il giorno dopo la sua elezione. Poi la Sala stampa della Santa Sede ha diffuso un programma dei primi appuntamenti del nuovo pontefice dal quale si capisce che ha intenzione di far capire alla svelta i capisaldi del suo magistero.
Si parte oggi con l’incontro con i cardinali, poi il primo Regina Coeli, domani, sarà già un buon test per verificare due cose: il livello di empatia che riuscirà a stabilire con i fedeli e il tipo di intervento che intende fare in pubblico rispetto alle gravi crisi che attraversano il mondo.
Lunedì 12 maggio, poi, l’incontro con la stampa mondiale, altro momento importante: per papa Francesco è stata quella l’occasione in cui è stata chiarita la sua sensibilità verso la cura del Creato. Quindi venerdì 16 maggio, il primo appuntamento in cui sarà possibile misurare la visione internazionale del nuovo pontefice, si svolgerà infatti l’incontro con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa sede. Dalla guerra in Ucraina, al conflitto mediorientale, ai rapporti con la Cina, vedremo se Leone XIV vorrà già esporre alcuni dei suoi principi.
Infine, domenica 18 maggio, la messa d’inizio pontificato, il momento clou in cui, durante l’omelia, il papa darà corpo alla sua visione completa su diversi aspetti della vita della chiesa. Dopo di che il suo ritmo prenderà un andamento per così dire normale, con udienza generale e Regina Coeli domenicale.
La prima omelia
La prima messa celebrata venerdì mattina, nella Cappella Sistina insieme al collegio cardinalizio, ha avuto contenuti, come accade tradizionalmente, più spirituali e teologici che politici. Di certo, da papa che viene da una lunga esperienza missionaria, Leone XIV si pone con forza il problema dell’annuncio del Vangelo in un’epoca segnata dalla secolarizzazione a livello globale. In ogni caso, ci sono stati alcuni passaggi interessanti che vanno sottolineati.
«Oggi non mancano poi i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo – ha detto il pontefice – è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto. Questo è il mondo che ci è affidato, nel quale, come tante volte ci ha insegnato papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Cristo salvatore. Perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”» .
È possibile leggere in questo passaggio una doppia critica: a chi fa di Gesù una sorta di leader politico ante-litteram, e a chi usa la fede come un randello ideologico; per questo, il papa, chiede, come ha fatto nel discorso dell’elezione, di tornare ai fondamenti della fede cristiana. in tal senso, pure è interessante, la definizione che Leone XIV ha dato della sua stessa missione: «Dico questo prima di tutto per me, come successore di Pietro, mentre inizio questa mia missione di vescovo della chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la chiesa universale, secondo la celebre espressione di Sant’Ignazio di Antiochia». Quindi una scelta che riporta il vescovo di Roma al suo ruolo essenziale, pre-costantiniano, lontano da ogni concezione imperiale.
E forse anche meno “esposto” visto che, subito dopo, ha aggiunto che, «per chiunque nella chiesa eserciti un ministero di autorità», «compito irrinunciabile» è «sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato».
Pontificato sociale
Significativa, inoltre, per capire lo spirito che anima il nuovo pontefice, la testimonianza di suor Karina Gonzales, francescana dell’Immacolata concezione, riportata dalla Radio vaticana, circa il magistero dell’allora vescovo di Chiclayo quando, nel 2023, la zona è stata colpita dalle inondazioni causate da El Niño.
«Il vescovo aveva voluto dare il suo contributo, fino alla fine del suo mandato nella diocesi, chiedendo aiuto per gli anziani che erano rimasti senza casa, per i bambini che avevano perso tutto». Quindi la religiosa ha aggiunto un particolare: «Lui era così, partiva a cavallo per raggiungere la zona della Sierra del Nord», una regione montuosa andina.
«In Perù — ha spiegato suor Karina — misuriamo le distanze con il tempo che impieghiamo per arrivare: dalla diocesi a quell’area ci vogliono tre, quattro ore, non ci sono le strade ma dei cammini tortuosi per raggiungere quei posti. Lui è veramente un missionario e, con la scelta del nome, ha espresso il suo programma di vita richiamando Leone XIII e la Rerum Novarum, quindi l’aspetto sociale. Mi auguro che continui sulla linea di papa Francesco e quindi del Vangelo, che è la linea di tutti i papi, ognuno nel suo tempo, nel suo momento».
Infine, da segnalare, il messaggio di auguri che arriva dal presidente dei vescovi degli Stati Uniti, mons. Timothy Broglio, il quale in una dichiarazione ha affermato: «Mi rallegro dell’esperienza internazionale del nuovo vescovo di Roma, che è stato studente e superiore a Roma, vescovo in Perù e incaricato del Dicastero per i vescovi. Certamente, ci rallegriamo che un figlio di questa nazione sia stato scelto dai cardinali, ma riconosciamo che ora appartiene a tutti i cattolici e a tutte le persone di buona volontà. Le sue parole in favore della pace, dell’unità e dell’attività missionaria indicano già un cammino da percorrere».
© Riproduzione riservata