«Se vogliamo vedere l'Arabia Saudita, dobbiamo vedere anche la Cina», dice il deputato Ettore Rosato. Il presidente di Italia viva a Domani giustifica le relazioni economiche che intercorrono tra il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e il regime sanguinario guidato da Bin Salman. Poi inizia a celebrare la Leopolda, «questo è il luogo dove nascono idee che diventano leggi» e assicura che non c'è pericolo di Berlusconi al quirinale: «non succederà». 

Per la Leopolda, arrivata all'undicesima edizione, è l'anno più difficile sia per i consensi da sempre in calo nei sondaggi, ma anche per l'indagine giudiziaria che coinvolge Renzi, Boschi, Alberto Bianchi, quest'ultimo ex presidente della fondazione Open, che ha organizzato le precedenti edizioni del summit annuale. Non c'è più la sfilata di ministri e autorità, il luogo è lo stesso ma all'interno non c'è molta voglia di farsi vedere. Maria Elena Boschi resta nel retropalco, Francesco Bonifazi che condivideva lo studio con il fratello di Boschi è a telefono impegnato a organizzare la cena, il deputato Roberto Giachetti si dedica ai selfie e giura «da un anno non vado in tv, non commento nulla e non parlo con i giornalisti». Dell'indagine nessuno parla. 

Il leader di Italia viva ha previsto uno spazio dedicato, oggi pomeriggio, all'inchiesta giudiziaria. In attesa della sua replica, intanto, ieri sera ha inaugurato l'evento. Non poteva mancare il solito frasario antigrillino e l'attacco a Conte, nei confronti del quale ha lanciato dal palco un appello all'amministratore delegato Rai: «dategli almeno Rai Gulp, lanceremo una petizione». Così come non sono mancate parole di fuoco contro il reddito di cittadinanza pronunciate da un vecchio amico e finanziatore, Davide Serra. 

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