La questione del nucleare iraniano torna al centro del dibattito. L’Unione europea prova a rilanciare l’accordo sul nucleare convocando, all’Hotel Palais Coburg di Vienna, tutti i negoziatori per riprendere i colloqui. L’intenzione è di tornare all’accordo del 2015, noto come Jcpoa, che prevede il congelamento del programma nucleare iraniano in cambio della revoca delle sanzioni economiche.

L’accordo sul nucleare e i negoziati

La situazione si è complicata nel 2018, quando gli Stati Uniti hanno deciso di ritirarsi dal patto. A novembre scorso, però, Iran, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania sono tornate al tavolo negoziale per rilanciare il Jcpoa.

Da marzo i colloqui si trovano in una fase di stallo. Secondo quanto riferito dai media iraniani, il capo negoziatore per Teheran Ali Bagheri Kani si è recato a Vienna dove ha incontrato il mediatore dell’Ue Enrique Mora. Come è avvenuto per altri colloqui, gli Stati Uniti non negozieranno direttamente con l’Iran; le due parti parleranno attraverso Mora.

Attraverso l’agenzia di stampa statale Irna, Teheran fa sapere di essere ferma riguardo alla sua volontà di voler vedere rimossa la guardia rivoluzionaria paramilitare dall’elenco delle organizzazioni terroristiche degli Usa. Questa è una precondizione per raggiunge un accordo anche sul nucleare. 

I funzionari iraniani hanno cercato di offrire valutazioni ottimistiche sui negoziati, incolpando gli Stati Uniti per lo stallo. Si teme che un fallimento dei colloqui possa far precipitare la valuta del paese, il rial, a nuovi minimi.

Prospettive nucleari

Lunedì 1° agosto, il capo dell’organizzazione per l’energia atomica iraniana (Aeoi) Mohammad Eslami ha affermato che l’Iran ha la capacità tecnica di costruire una bomba atomica. Eslami ha precisato, però, che tale programma non è all’ordine del giorno.

Sulla base dell’ultimo conteggio pubblico dell’agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), l’Iran ha una scorta di circa 3.800 chilogrammi di uranio arricchito. Cosa ancora più preoccupante è, secondo gli esperti, il fatto che l’Iran adesso arricchisce l’uranio fino al 60 per cento di purezza, un livello che non aveva mai raggiunto prima.

A poche ore di distanza dall’annuncio di Eslami sulla capacità tecnica dell’Iran di costruire la bomba atomica, l’organizzazione per l’energia atomica iraniana (Aeoi) è stata incaricata di attivare centinaia di nuove centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. A renderlo noto è stato il portavoce dell’Aeoi, Behrouz Kamalvandi.

Kamalvandi ha spiegato che le nuove centrifughe sono entrate in servizio in conformità con la legge del parlamento, ratificata nel 2020, denominata “Azione strategica”, sull’abolizione delle sanzioni e la salvaguardia degli interessi nazionali.

Le sanzioni

Il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken ha già annunciato nuove sanzioni contro il petrolio iraniano, prendendo di mira le sei compagnie che lo trasportano e ne facilitano le vendite.

In merito alle sanzioni Nasser Kanani, portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica islamica, ha fatto sapere che l’Iran «reagirà fermamente e immediatamente». Inoltre, ha aggiunto che l’Iran «prenderà misure per neutralizzare il potenziale impatto delle sanzioni» sulla propria economia.

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