Il ministero della Giustizia ha firmato una nuova richiesta di estradizione per l’ex deputato di Forza Italia, Amedeo Matacena, condannato in via definitiva nel 2013 a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa perché ritenuto vicino alla ’Ndrangheta.

La richiesta è partita con destinazione ambasciata italiana a Abu Dhabi, dove verrà poi girata alle autorità emiratine. Si tratta della terza richiesta di estradizione da parte delle autorità italiane per Matacena, dopo che le prime due sono cadute nel vuoto. Ma questa volta la  richiesta dovrebbe andare in porto, spiegano fonti autorevoli del ministero, perché ad aprile 2019 è entrato in vigore l'accordo siglato tra i governi.

Le prime due richieste, infatti, non erano state recepite anche perché il reato di associazione mafiosa o di concorso esterno non è previsto nel codice emiratino e quindi non dava la possibilità di estradizione per persone accusate di questi gravi reati.

Matacena era fuggito negli Emirati Arabi Uniti, subito dopo la sentenza del 2013 e, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, sarebbe stato agevolato nella fuga dalla stessa rete internazionale che aveva aiutato l’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri a rifugiarsi in Libano nel 2014, dopo la condanna di quest’ultimo a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Tra i soggetti accusati di avere favorito la fuga di Matacena, figura l’ex ministro dello Sviluppo economico, Claudo Scajola, che è stato condannato a due anni, in primo grado, proprio per questa vicenda nell’ambito del processo Breakfast condotto dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo.

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