Segreti di stato

Dalla P2 a Gladio: i documenti ancora top secret e le promesse del governo

©MAURO SCROBOGNA/LAPRESSE 20.02.2002 ROMA POLITICA STAMPA ESTERA - CONFERENZA STAMPA GLADIO (STAY BEHIND) NELLA FOTO FRANCESCO COSIGA E FRANCSCO GIRONDA
©MAURO SCROBOGNA/LAPRESSE 20.02.2002 ROMA POLITICA STAMPA ESTERA - CONFERENZA STAMPA GLADIO (STAY BEHIND) NELLA FOTO FRANCESCO COSIGA E FRANCSCO GIRONDA

Nel 2014 la direttiva Renzi aveva tolto il segreto dagli atti sulle stragi “nere”. Ma il provvedimento ha lasciato fuori la P2 di Licio Gelli e Gladio. Ora le associazioni chiedono al nuovo governo di riscriverla, mantenendo la promessa fatta dal precedente esecutivo Conte

  • La direttiva Renzi del 2014 sulla desecretazione delle carte sulle stragi ha escluso dall’elenco quelle contenute nei faldoni titolati P2 e Gladio.
  • Un criterio di cui sfugge la logica se non quella più elementare: siccome la direttiva stabilisce il libera tutti per i documenti relativi a certi fatti, tutte stragi, con l’eccezione di Ustica, considerati atti di guerra “di fatto”.
  • La direttrice dell’Archivio Flamigni, Ilaria Moroni si appella a Draghi e Gabrielli per portare a termine un processo di trasparenza che aiuterebbe a chiarire molte vicende oscure del paese.

La direttiva Renzi del 2014 sulla desecretazione delle carte sulle stragi ha escluso dall’elenco quelle contenute nei faldoni titolati P2 e Gladio. In pratica il provvedimento prevedeva che ogni amministrazione pubblica in possesso di documenti su un certo elenco di avvenimenti relativi ad un arco di tempo tra il 1969 e l’84 ha il dovere di riversarli all’Archivio centrale dello Stato. Tutti tranne quelli riferiti alla loggia massonica di Licio Gelli e alla struttura parallela della Nato, Gladi

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