«Credo sia sbagliato definirli un gruppo terrorista: l’Isis è un gruppo terrorista, i Talebani sono un movimento politico come Hezbollah e Hamas. Definirli terroristi è una stupidaggine. Gli americani parlano con loro dal 2018».

Non sono passate inosservate le parole di Massimo D’Alema, che in un’intervista a Domani nega la natura terroristica degli studenti islamici e insiste sulla necessità di dialogare con loro: «Sono un movimento fondamentalista, violento e intollerabile per i comportamenti contro le donne e contro le minoranze, ma solo in Italia si poteva sviluppare un dibattito surreale come quello sulle parole di Giuseppe Conte. Il vero problema è come parlare con i Talebani senza che questo significhi un riconoscimento formale della loro legittimità».

Fin dal primo mattino, l’intervista di Daniela Preziosi ha scatenato le reazioni di politici e giornalisti, che su Twitter hanno danno vita a un vivace dibattito. Tra i passaggi più contestati, l’idea secondo cui i Talebani non sarebbero veri e propri terroristi. «“I Talebani sono fondamentalisti, violenti e intollerabili, ma sono un movimento politico, come Hezbollah e Hamas. Gli Usa in Afghanistan credevano di andare ad aprire dei McDonald’s”. Raggelante intervista di D’Alema al Domani, intrisa di antiamericanismo ideologico e frisson vari», ha scritto su Twitter il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni.

Gabriele Carrer, firma di Formiche e de La Verità, si concentra sulle organizzazioni a cui D’Alema paragona i Talebani: «Tra queste c’è Hamas, che l’Unione europea ha definito un'organizzazione terroristica 20 anni fa. C’è contraddizione», nota Carrer. Più netto è il giurista Pasquale Annichino, collaboratore di Domani, che riporta il passaggio incriminato dell’intervista all’ex premier e lo liquida con un lapidario «è tutto, vostro onore».

Molto dura è Caterina Coppola, che considera «una cazzata» il pensiero dell’ex premier e punta l’attenzione sulla data dell’intervista, uscita nel giorno del ventesimo anniversario dell’11 settembre: dire queste cose proprio oggi «è sputare in faccia al dolore e denota tutta l’inadeguatezza, la crudeltà e la stupidità di Massimo D’Alema», ha scritto su Twitter l’esponente di Italia viva.

Pareri meno negativi sono stati espressi da altri utenti, come la giornalista Nunzia Penelope: «Questa intervista a D’Alema su politica estera, Afghanistan, Islam e molto altro è davvero da leggere. Brava Daniela Preziosi». Ferdinando Cotugno, collaboratore di Domani, punta invece l’attenzione sugli aspetti più «gioiosi» di un’intervista «piena di spunti, provocazioni e dalemismo».

Le parole incriminate riguardano un solo passaggio dell’intervista a D’Alema, una lunga conversazione in cui l’ex segretario dei Ds esprime posizioni più articolate. «La risposta occidentale all’attacco delle Twin Towers aveva un forte disegno politico-culturale: l’idea che attraverso l’espansione della democrazia nel mondo islamico si sarebbero costruiti anticorpi in grado di debellare il fondamentalismo antioccidentale e il terrorismo. Questo progetto è fallito», dice l’ex premier nell’intervista.

Analogo giudizio viene espresso da D’Alema sulla possibilità di esportare la democrazia: «È fallita l’idea che la democrazia si possa esportare e sono fallite anche le primavere arabe, che erano l’espansione della democrazia sull’onda di un movimento popolare. L’omologazione culturale non funziona».

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