Il 14 marzo è il “Pi Greco Day”, la Giornata internazionale della matematica. Il tema di quest’anno celebra la creatività nel legame tra matematica e arte in tutte le sue forme. Una è l’architettura. Il dialogo più efficace tra queste due discipline è possibile ritrovarlo nell’esperienza del Familistère di Guise
La Giornata internazionale della matematica (IDM) è una celebrazione mondiale. Ogni anno il 14 marzo tutti i paesi sono invitati a partecipare attraverso l’organizzazione libera e spontanea di attività nelle scuole, musei, biblioteche e qualsiasi spazio pubblico, dedicate sia agli studenti che a un pubblico adulto. Il tema dell’IDM di quest’anno celebra la creatività nel legame tra matematica e arte.
Occupare gli spazi pubblici con la riflessione sul legame profondo tra la matematica, l'arte e la creatività, mostrando la sinergia tra la logica e l'immaginazione, in cui i numeri sono in armonia con i colori, le equazioni scolpiscono la bellezza e le idee trascendono i confini dell’astrazione per ispirare e innovare. La creatività unisce matematica e arte, campi che possono sembrare a intersezione vuota, ma che sono significativamente intrecciati sin dalle loro origini, cercando entrambi di rivelare la bellezza dell'universo.
La matematica e l’architettura legate da sempre
Per esempio fin dall'antichità, la matematica è stata un partner indissociabile dell'architettura. Nell'antichità, gli architetti dei monumenti di grande portata erano anche matematici. Le piramidi d'Egitto ne sono un esempio; sono volumi semplici dotati di simmetrie. I Greci sono stati brillanti matematici, ma anche grandi architetti.
La costruzione dei templi rivela una buona conoscenza della geometria e il più famoso di essi, il Partenone, situato sull'Acropoli di Atene, trova la sua eleganza in alcuni effetti ottici che nascondono certamente alcuni calcoli elaborati per l'epoca In esso si riscontra l'uso un po’ mistico del rapporto aureo. All'inizio del XX si rovesciano i codici culturali in atto privilegiando nell’architettura forme geometriche semplici. In Russia, nasce il costruttivismo, un movimento artistico innovativo che cerca di reagire contro «l'ordine antico»; propone un'architettura basata su forme geometriche semplici. Vladimir Choukhov è uno dei membri più influenti; egli diventa famoso per le sue costruzioni «iperboliche».
Questi movimenti influenzarono grandi architetti come Walter Gropius fondatore del Bauhaus. Questa idea è ripresa da architetti urbanisti che progettano edifici e città per «uomini nuovi». Le Corbusier, il più famoso di questi, inventa un sistema di misurazione e una scala di proporzioni basate sulle misure dell’uomo. Lo chiama Modulor, parola composta da modulo e numero d'oro, la sezione aurea. Pur riscuotendo un clamoroso successo - si pensi al giudizio di Albert Einstein, per il quale il Modulor era «un sistema bidimensionale che rende difficile il male e facile il bene» - questi approcci sono stati abbandonati o condannati in quanto le abitazioni si sono spesso rivelate difficilmente vivibili.
Il Familistère di Guise
Bisogna tornare indietro nel tempo alla seconda metà del XIX secolo al Familistère di Guise in Francia per trovare un dialogo più efficace tra architettura, matematica, abitabilità e qualità sociale. L’esperienza del Familistère di Guise è opera di Godin che ha usato una matematica semplice per un’architettura che concretizzasse l’utopia sociale. Jean-Baptiste André Godin nato nel 1817 completa la sua formazione nell’industria dei metalli nel 1837 e crea una società di produzione di stufe in ghisa con successo che gli permette di lanciarsi nella realizzazione del suo Palais social: il Familistère di Guise.
Il Familistère è costituito da tre padiglioni. Nel dimensionamento si superano le ragioni estetiche o l’uso del rapporto aureo. Le scelte sono dettate da criteri di salubrità: gli igienisti raccomandano un’altezza dell’edificio almeno uguale alla larghezza della strada. Godin espone in una delle sue opere più importanti, Solutions sociales (Éditions du Familistère, 2010), i risultati dei suoi calcoli di ottimizzazione.
Se gli alloggi e gli edifici del Familistère fossero «convertiti in file di case a piano terra, [...] questi edifici avrebbero uno sviluppo di 2.200 metri e la popolazione sarebbe sparsa su una distesa di due o tre chilometri in ogni direzione. […] Le gallerie, dal muro alla ringhiera, hanno una larghezza di 1,30 m. La ringhiera è alta 1 m; le sbarre sono rotonde, diritte e distanziate tra loro 0,12 m; nessun bambino può passare la testa tra queste sbarre, né salire sulla ringhiera.» Le scale furono progettate secondo una forma semicircolare perché «è la più comoda per tutte le età della popolazione». Le dimensioni dei gradini obbediscono alle formule di François Blondel che tengono conto della lunghezza media del passo di un uomo: calcolando con modelli antropometrici corrispondenti a un passo di un individuo adulto, bisogna tener conto che il dispendio energetico per l’elevazione verticale del piede è il doppio di quello per la traslazione orizzontale sul piano.
La luce è un elemento chiave nella qualità di vita all’interno degli edifici del Familistère e per valutare questo aspetto Godin introduce il concetto di «equivalente della ricchezza». I suoi abitanti potranno godere degli equivalenti della ricchezza, cioè gli equivalenti delle condizioni di vita dei borghesi. Ciò che i più ricchi possono ottenere individualmente grazie alla loro ricchezza personale, la classe operaia può ottenerlo attraverso la vita in comunità e la cooperazione. È impossibile che ogni singolo operaio che vive isolatamente diventi ricco. Insieme, però, i lavoratori possono prosperare.
Gli equivalenti della ricchezza devono essere equamente distribuiti tra i residenti. Così, le finestre si restringono salendo nei piani: la luce è abbondante nelle altezze mentre bisogna compensare, al piano terra, l'ombra portata dai corridoi. Godin calcola tutte le dimensioni delle aperture e ritenne molto «utile raccogliere questi dati principali che, sebbene molto semplici in apparenza, possono essere considerati come delle ricerche condivisibili con chiunque voglia affrontare seriamente lo studio della riforma architettonica dell'abitazione umana, nell'interesse del progresso sociale».
La scuola del Familistère
Nel cuore del Familistère si colloca una scuola gratuita, laica, mista e obbligatoria fino a 14 anni. Godin non indugia a intraprendere uno studio statistico delle misure più diverse dei bambini per costruire arredi scolastici adatti alle loro esigenze. Inoltre, sua moglie svilupperà un metodo per insegnare il calcolo ai bambini più piccoli, l'aritmetica è considerata una disciplina essenziale nel Familistère.
L’autodidatta Godin considera l’istruzione il più prezioso degli equivalenti della ricchezza. Egli è profondamente convinto che essa sia la condizione dell'emancipazione delle classi popolari. Al Familistère l’educazione è accessibile a tutti senza eccezioni e coinvolge tutte le capacità dell’essere umano. L’educazione al Palais Social è integrale, nel senso proposto da Charles Fourier, filosofo francese, socialista utopico, illuminista, progressista, rivoluzionario, che propone un metodo pedagogico basato sullo sviluppo libero e creativo dei bambini finalizzato alla formazione di adulti cooperativi. Per i riformatori radicali come Fourier, l’educazione per tutti è una chiave della trasformazione sociale. Si tratta di formare l’uomo nuovo.
Charles Fourier chiama «integrale» l’educazione che abbraccia tutti i dettagli del corpo e dell’anima. Il pensiero pedagogico di Fourier è ben delineato nel testo “Vers un enfance majeure- textes sur l’éducation” (La fabrique éditions, 2006): una sua traduzione in italiano o la stampa di una versione critica da parte di un editore illuminato, potrebbe contribuire a disintossicare il dibattito pedagogico nostrano attuale dal lessico svilente della coercizione, dell’umiliazione e dell’addestramento. L’educazione al Familistère è fourierista, ma è anche permanente per gli adulti. I servizi del Palais social costituiscono un dispositivo di distribuzione della ricchezza in senso ampio che i lavoratori stessi hanno contribuito a produrre. Senza questa cooperazione, gli individui non possono raggiungere una tale qualità della vita. Gli equivalenti della ricchezza hanno quindi una funzione educativa: la generalizzazione di uno spirito di solidarietà per favorire l'armonia sociale.
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