Nella puntata di domenica 5 ottobre un’analisi del sistema di ridistribuzione del cibo, la storia di Hind Rajab e le voci di investigatori, attivisti e avvocati
Le testimonianze dall’interno di Gaza, grazie al racconto del giornalista palestinese Al Hassan Selmi. Un’inchiesta sulla fame come arma di guerra e sul sistema per la distribuzione di cibo. Le parole degli ebrei israeliani che, seppur minoranza nel paese, accusano il premier Benjamin Netanyahu di pulizia etnica.
Presa Diretta in una serata-evento in programma per domenica 5 ottobre alle 21.30 su Rai3, punta i riflettori sul conflitto israelo-palestinese con ben 160 minuti di immagini, reportage e analisi.
Dagli ultimi sviluppi sul territorio all’approfondimento delle posizioni politiche e dei movimenti sociali, un viaggio dentro le lacerazioni del conflitto e lo strazio dell’umanità perduta. E ancora, il racconto delle indagini internazionali sui crimini di guerra a Gaza e un focus su import ed export di armi tra Italia e Israele.
Le due ore e mezza di diretta sono firmate da di Riccardo Iacona e Maria Cristina de Ritis con Chiara Avesani, Marcello Brecciaroli, Cecilia Carpio, Emilia Zazza, Matteo Delbò, Massimiliano Torchia.
Nella puntata: il lavoro del Forensic Architecture dell’Università Goldsmiths di Londra sul sistema di distribuzione del cibo da parte della Fondazione - la Gaza Humanitarian Foundation - che ha sostituito le Nazioni Unite. La storia della piccola Hind Rajab, la bambina di 5 anni vittima dell’esercito israeliano a Gaza, che ha trascorso le sue ultime ore di vita al telefono con i soccorritori ai quali veniva impedito di raggiungerla: una vicenda drammatica che ha originato una Fondazione a lei intitolata, che si occupa oggi di preparare procedimenti giudiziari su crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza. Le voci di investigatori, attivisti e avvocati che – dal Perù alla Gran Bretagna, dal Belgio all’Italia – stanno presentando azioni legali contro militari israeliani.
© Riproduzione riservata


