«Non riusciranno», scrive la premier, che è intervenuta sui social nei giorni in cui il governo è sotto il mirino della magistratura per il caso del torturatore libico Almasri, dopo aver appreso la notizia della denuncia di Avs alla Cpi contro l’Italia perché indaghi su possibili complicità con i crimini israeliani a Gaza
Alla notizia della denuncia di Alleanza Verdi e Sinistra contro l’Italia alla Corte penale internazionale, perché indaghi su possibili complicità con i crimini israeliani a Gaza, la premier Giorgia Meloni ha reagito con un attacco alla sinistra in un post sui social.
«Leggo che alcuni esponenti della sinistra – come Bonelli, Fratoianni e compagnia – vorrebbero segnalare il governo italiano alla Corte penale internazionale. Gli stessi che, giusto qualche tempo fa, chiedevano a Bruxelles di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia», scrive la premier, affermando che «tirano in ballo il dramma umanitario a Gaza in modo del tutto strumentale, come se perfino questo fosse colpa nostra».
Meloni lancia l’attacco alle opposizioni, nei giorni in cui l’esecutivo è sotto il mirino della magistratura per la vicenda che ha coinvolto il torturatore libico Almasri, ricercato dalla Cpi, arrestato dalle forze dell’ordine italiane, poi liberato e riaccompagnato in Libia con un volo di stato italiano.
«Tre cose sono ormai chiare a tutti: la prima è che, non riuscendo a batterci in patria, la sinistra cerca sempre il soccorso esterno», continua la premier nel post pubblicato giovedì mattina. Poi accusa le opposizioni di non tenere all’«immagine dell’Italia e della sua reputazione del mondo». E, infine, sostiene che l’«unica strategia e speranza» della minoranza è «provare a liberarsi degli avversari per via giudiziaria, perché alla via democratica hanno rinunciato da un pezzo. Non riusciranno».
Non è la prima volta che la premier accusa opposizioni e magistratura di voler frenare i piani del governo. La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, intervistata da Domani lo ha definito «un atteggiamento eversivo», quello di «insinuare che i giudici agiscano non a tutela della legge ma per un disegno politico».
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