La visita di Draghi a Tripoli

I migranti riportati in Libia non sono stati salvati ma condannati alle torture

Abdul Hamid Dbeibeh, the Prime Minister of the Government of National Unity, right, welcomes Mario Draghi, the Prime Minister of Italy, Tuesday, April, 6 2021 in Tripoli, Libya. (AP Photo/Nada Harib)
Abdul Hamid Dbeibeh, the Prime Minister of the Government of National Unity, right, welcomes Mario Draghi, the Prime Minister of Italy, Tuesday, April, 6 2021 in Tripoli, Libya. (AP Photo/Nada Harib)

Draghi ringrazia i libici per il salvataggio di vite in mare. È un messaggio all’Ue di continuità sui respingimenti mascherati. Ma nuovi documenti rivelano gli abusi

  • «Esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa per i salvataggi». Primo viaggio all’estero del premier Draghi, poche righe per dare un messaggio chiaro all’Europa: la continuità con le politiche di esternalizzazione delle frontiere, la delega cioè alla Guardia costiera libica del controllo dei confini europei.
  • Nel discorso di Draghi, tuttavia, la questione umanitaria non è preminente rispetto al blocco degli sbarchi. Al pari dei predecessori, a partire da chi ha permesso l’attuazione del Piano europeo di sostegno e finanziamento della Guardia costiera libica: il governo Gentiloni con Minniti ministro dell’Interno.
  • Possibile che né la Commissione europea né il governo italiano siano al corrente delle violenze e della sospensione dello stato di diritto all’interno dei perimetri delle prigioni disseminate tra Tripoli e Zawyia?

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