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«Soldi pubblici ai centri di tortura in Libia»: l’esposto che imbarazza la Farnesina

Progetti per milioni di euro destinati a migliorare le condizioni dei migranti detenuti nelle prigioni libiche sarebbero finiti anche alle bande che controllano quei luoghi. L’atto d’accusa degli avvocati dell’Asgi, che chiedono l’intervento della magistratura contabile

  • Il rischio è che il denaro pubblico proveniente dai bandi dell’Agenzia della Cooperazione Internazionale (Aics) del ministero degli Esteri italiano, destinato al miglioramento delle condizioni di vita dei migranti ospitati nei centri di detenzione in Libia, sia stato usato anche per l’esatto opposto.
  • È uno dei passaggi dell’esposto presentato alla corte dei Conti del Lazio nel novembre scorso dall’avvocato Lorenzo Trucco, in qualità di presidente dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, Asgi, l’organizzazione più autorevole in materia.
  • Tra i centri «teatro di interventi con fondi Aics» anche quello di Zawiya, che indagini giornalistiche e della magistratura hanno rivelato essere in mano al clan Al Nasr, al cui vertice c’è il trafficante, con un passato nella guardia costiera

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