Una società di intermediazione che ha molto lavorato con l’Hellas Verona nel tempo recente. L’amministratore unico di questa società di intermediazione che ne costituisce un’altra, di cui è socia di minoranza la compagna dell’ex presidente e proprietario dello stesso Hellas Verona. A fare da sfondo, le bizantine pratiche del calciomercato italiano. Fatte di club che spendono cifre spropositate per servizi che potrebbero essere svolti in house. C’è un po’ di intrigo e un po’ di sitcom in questa storia: 14 miloni di euro spesi durante l’anno solare 2024 per pagare servizi agli agenti sportivi.

X Factory

Per l’esattezza, sono 13.990.552,85 euro. Il dato è fornito dalla Federazione italiana gioco calcio (Figc) che, come in ogni mese di aprile, ha pubblicato i dati sul suo sito. Nella graduatoria per società di Serie A, il Verona ha conquistato un inatteso settimo posto. Nel 2024 ha speso più di Bologna (10,3 milioni), Lazio (10,6 milioni), e Fiorentina (11,5 milioni), il triplo del Torino (4,371 milioni), poco meno di Atalanta (14,331 milioni) e Milan (15,295 milioni). Soprattutto, la società gialloblù ha raddoppiato la spesa rispetto al 2023, quando il valore si era attestato a quota 7.016.823,03 euro.

Dodici operazioni sono state condotte con Football factory. Si tratta di un’agenzia con sede a Roma, le cui quote sono detenute da Angelo Cristofoletti (51 per cento), titolare di regolare licenza Fifa per l’esercizio della professione di agente, e da Alessandro Luci (per il restante 49 per cento). Riguardano Cyril Ngonge, Josh Doig, Tijjani Noslin, Reda Belahyane, Elayis Tavsan, Abderrahman Harroui, Martin Frese, Dailon Rocha Livramento, Casper Tengstedt, Faride Alidou, Ayanda Sishuba e Mathis Lambourde. Tutte condotte sotto la presidenza di Maurizio Setti, che dallo scorso 15 gennaio non è più presidente né proprietario dell’Hellas Verona, ceduto al fondo texano Presidio Investors.

Il numero delle intermediazioni svolte dalla società di Cristofoletti e Luci è clamoroso, ma va rimarcata un’ulteriore peculiarità: nessuno dei dodici calciatori è gestito da Football Factory. Le agenzie che ne gestiscono la carriera sono altre, tutte straniere.

I nomi che ricorrono con maggiore frequenza sono la Pro10 Sport Management dell’ex calciatore olandese Said Boutahar, i danesi di People in Sport, e soprattutto la DW Management di William D’Avila, agente francese che ha piazzato gli uffici in Svizzera e negli Emirati Arabi Uniti. La peculiarità operativa di Football Factory è proprio questa: si limita a compiti di intermediazione. Il giro d'affari è in ascesa.

L’ultimo bilancio d’esercizio disponibile sul sito del Registro imprese, quello al 31 dicembre 2023, segna un fatturato che da un anno all’altro è balzato da 2,04 milioni di euro a 3,28 milioni di euro. Ma nella stessa misura crescono i costi della produzione, per la quasi totalitàassorbiti dalle spese per servizi, passate da 1,578 milioni di euro del 2022 a 2,938 milioni di euro del 2023. Dunque, una società che presta servizi finisce per spendere in servizi circa l’89,3 per cento del fatturato annuale. Con l’effetto che l’utile d’esercizio si riduce a poco più di 86mila euro, in contrazione rispetto 152mila euro dell’anno precedente.

Quella società di troppo

Interpellato, il socio di minoranza, Alessandro Luci, sostiene che non vi sia nulla di anomalo nel modello di business: «Intermediamo calciatori stranieri, che hanno agenti esteri e questi si appoggiano a noi per fare le operazioni in Italia. Dunque, per noi la marginalità è ridotta, va negoziata di volta in volta con gli agenti». Una spiegazione di cui prendiamo atto.

Tuttavia, una verifica su dati societari e personali ha portato alla scoperta di una nuova società, Footgoal Agency, costituita il 5 novembre 2024 con sede legale a Roma in via dei Santi Pietro e Paolo. L’oggetto sociale è, ancora una volta, gestione delle carriere e intermediazione nel segmento del mercato dei trasferimenti di calciatori.

Anche in questo caso i soci sono due. Anche in questo caso il socio maggioritario è Angelo Cristofoletti, con la medesima quota del 51 per cento. Cambia il nome del soggetto che detiene il 49 per cento. Si tratta di Patrizia Ricci. Cioè, la compagna di Maurizio Setti. Quest’ultimo, alla data della costituzione di Footgoal Agency, era ancora proprietario e presidente dell’Hellas Verona.

Alle domande Cristofoletti risponde con qualche imbarazzo. Conferma la costituzione della società, ma aggiunge che non è mai stata utilizzata e che adesso è inattiva: «Un paio di settimane fa ho dato mandato al commercialista di disattivarla, dovrebbe già risultare così». Rimangono da chiarire due stranezze: perché una società viene aperta e chiusa nel giro di quattro mesi? E come mai il coinvolgimento di Patrizia Ricci in una società di intermediazioni da calciomercato?

«La società era nata per fare dello scouting estero – risponde Cristofoletti – con delle società estere, in Sud America. Però poi ho deciso di non farla partire». E quanto al ruolo di Ricci: «Lei aveva dei rapporti con agenti esteri e voleva portare avanti questa sorta di scouting dal nord Africa e da altri paesi dell’est». Trova infine conferma l’impressione che il socio dell’altra società, Luci, fosse ignaro dell’esistenza della Footgoal Agency..

Altra cosa da dare per acquisita è il gran vorticare di scatole societarie. La signora Ricci, in data 15 maggio 2024, ha fondato una società con sede legale a Roma e denominazione sobria: Cleopatra Holding. Nella lunga lista di oggetti sociali sono previste le attività promo-pubblicitarie e di gestione di diritti d’immagine «di atleti e tecnici».

Un’altra società è stata fondata il 18 febbraio 2025 ed è stata denominata Struttura Sanitaria Verona Srl. Patrizia Ricci ne è amministratrice e socia al 10 per cento. Gli altri soci sono Holding GA col 10 per cento, Maurizio Setti col 28 per cento e Star Ball col 52 per cento. Quest’ultimo è il veicolo in cui Setti aveva allocato il pacchetto di controllo dell’Hellas Verona. Oggetto sociale della nuova società? Una vasta lista di voci connesse col settore socio-sanitario. A occhio, ce ne sarà ancora parecchio da raccontare.

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