È morto Leonardo Del Vecchio all’età di 87 anni. Il fondatore di Luxottica e presidente di EssilorLuxottica, la grande holding produttrice di montature d occhiali e lenti che conta oltre 80mila dipendenti e novemila negozi, è morto lunedì mattina al San Raffaele di Milano.

Maggiore azionista di Mediobanca (con circa il 19 per cento) oltre che di Assicurazioni Generali, era uno degli imprenditori e uomini più ricchi d’Italia. Nel 1986 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere del lavoro della Repubblica italiana. Recentemente è stata pubblicata una sua biografia curata da Tommaso Ebhardt per Sperling&Kupfer.

Eredità da spartire

(Foto LaPresse Torino/Archivio storico)

Del Vecchio è stato uno dei pochi imprenditori italiani che è riuscito a creare un colosso internazionale, abbandonando i provincialismi con la fusione con la francese Exilor. Ha aggiunto nel 2020 altri 9 miliardi al suo patrimonio, raggiungendo finalmente Giovanni Ferrero come uomo più ricco d’Italia.

Il suo patrimonio sarà diviso tra i sei figli avuti da tre compagne diverse. Claudio, Marisa e Paola da Luciana Nervo, Leonardo Maria dalla seconda moglie Nicoletta Zampillo e Luca Clemente dalla compagna Sabina Grossi.

Attualmente ognuno dei sei figli possiede il 12,5 per cento della holding Delfin, mentre la moglie aveva reclamato il 25 per cento. Convinto che i figli non debbano entrare nel consiglio di amministrazione, per evitare dispute, Del Vecchio ha inchiodato le nomine del consiglio d’amministrazione della sua holding a una percentuale di voti vicina al 90 per cento.

Nato nel 1935 a Milano, l’uomo che ha creato l’impero dell’occhialeria del bellunese partendo da un orfanotrofio, lavorando prima come terzista e poi trasformandosi in un imprenditore del lusso e dell’innovazione, aveva già ben chiaro di dover preparare la sua successione per tempo.

Il ruolo di Milleri

Del Vecchio aveva già indicato il suo erede industriale per tempo nel 2017. Era Francesco Milleri, che da consulente esterno di Luxottica è riuscito a diventare l’uomo di fiducia del patron della società.

Amico e vicino di casa di famiglia, in ottimi rapporti con la seconda moglie da cui Del Vecchio si è separato e ha poi risposato nel 2010, Milleri nel 2020 è diventato l’amministratore delegato del gruppo italo francese. Segnando una rivincita nei confronti di tutti coloro avevano raccontato l’operazione come una resa nei confronti del capitalismo francese. 

In cinquant’anni, tra il 1969, l’anno in cui è diventato socio unico di Luxottica e il 2017, la azienda di Del Vecchio non ha mai smesso di crescere e di sperimentare, passando dall’acquisto del marchio RayBan agli accordi con Facebook. Fino ad arrivare alla fusione miliardaria con gli ex competitor.

L’ultima battaglia

Del Vecchio aveva sempre avuto ben chiaro l’obiettivo che molte imprese italiane hanno mancato: il salto dimensionale. E proprio questo rimproverava alle due società che aveva messo nel mirino negli ultimi tempi: Generali e Mediobanca, la sua ultima battaglia. 

La sua ascesa come primo azionista del salotto e della cassaforte degli investimenti italiani si spiega con l’idea di voler lasciare un segno anche nella finanza italiana. Ora che lui e Caltagirone hanno perso la partita dell’assemblea, cosa voglia fare il suo erede – che finora ha sempre fatto le sue volontà – è meno chiaro.

Il cordoglio di Draghi

In una nota il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha espresso il suo cordoglio: «Per oltre sessant’anni protagonista dell’imprenditoria italiana, Del Vecchio ha creato una delle più grandi aziende del paese partendo da umili origini, dall’accoglienza presso l’orfanotrofio dei Martinitt a Milano e dall’esperienza come garzone e operaio».

«Cavaliere del lavoro dal 1986, ha sempre coniugato l’apertura internazionale con l’attenzione per il sociale e per il territorio. Del Vecchio è stato un grande italiano: ha portato la comunità di Agordo e il paese intero al centro del mondo dell’innovazione. Alla famiglia, le condoglianze di tutto il governo e mie personali».

© Riproduzione riservata