Alle prime luci dell'alba di questa mattina, i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno eseguito un'ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di dodici persone ritenute affiliate al clan camorristico Cutolo, radicato nel rione Traiano, quartiere della periferia occidentale della città. Tra gli arrestati, ci sono anche esponenti del clan Sorianiello.

Gli arresti sono stati emessi dal gip del tribunale di Napoli, su richiesta della direzione distrettuale antimafia partenopea.  

I carabinieri del comando provinciale di Napoli spiegano che gli indagati sono gravemente indiziati per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e vendita di droghe, tentato omicidio e porto abusivo di armi.

Le indagini

Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e dalla compagnia di Bagnoli, coordinati dalla Dda di Napoli, hanno consentito di documentare e ricostruire l'attività del sodalizio camorristico, sotto l'influenza dello storico cartello dell'Alleanza di Secondigliano.

Le prove a sostegno degli arresti di oggi hanno consentito agli inquirenti di ricostruire l'esistenza e l'operatività del clan capeggiato da Gennaro Carra, Vincenzo Cutolo (figlio di Salvatore e di Giuseppina Ostinato) e di Francesco Pietroluongo, nell'area territoriale del Rione Traiano, facendo luce sulle dinamiche e sulle finalità associative (traffico di stupefacenti ed estorsioni). 

Inoltre, gli investigatori sono riusciti a ricostruire le modalità di gestione della cassa comune, funzionale anche al mantenimento degli affiliati detenuti e dei loro familiari.

In particolare, è stato ricostruito un consolidato sistema di approvvigionamento e smistamento di sostanze stupefacenti che, attraverso la gestione delle piazze di spaccio nel Rione Traiano, permetteva di commercializzare al dettaglio ingenti quantitativi di droga, quali cocaina, marijuana e hashish.

Il provvedimento cautelare, inoltre, prende in esame gli elementi di prova raccolti a fondamento della responsabilità degli indagati, affiliati alla famiglia Cutolo, per il tentativo di uccidere Francesco Minichini, appartenente gruppo criminale avversario, capeggiato da Giuseppe Marfella. Fra i due clan, infatti, nel periodo del tentato omicidio, era in corso una "guerra" armata per il controllo delle attività illecite nel rione Traiano.

Tra gli arrestato, vi sono poi Giuseppe Mazzaccaro, elemento di vertice del gruppo camorristico dei Sorianiello, in qualità di fornitore di draga, attivo nel rione Traiano; Giuseppina Ostinato, coniuge di Salvatore Cutolo, capo storico e indiscusso del clan; e Antonio Calone, detto Tonino di Posillipo, affiliatosi con ruolo apicale al sodalizio e riferibile alla famiglia Cutolo, pur conservando il controllo egemonico del quartiere di Posillipo.

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