Erano pronti all’azione per la loro guerra santa in nome della razza bianca. Dalla teoria il prossimo passo sarebbe stata la pratica armata. Ma la trasformazione da semplici predicatori sul web a miliziani neonazisti «pronti al sacrificio» doveva per forza di cose passare dall’addestramento. Per questo Giampaolo Testa era alla ricerca costante di contatti con società che si occupano di formazione e reclutamento di contractor (i mercenari moderni), anche fuori dall’Italia, per esempio in Ucraina e in Polonia, dove ha svolto, come dimostrano i documenti ottenuti da Domani, corsi di difesa personale e uso di armi da guerra presso uno dei centri più importanti a livello europeo.

Testa è uno dei militanti dell’Ordine di Hagal, il gruppo neonazista fondato in Campania e parte di un network suprematista internazionale, al centro dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Antonello Ardituro della procura di Napoli e condotta dalla Digos della polizia del capoluogo campano. L’analisi dei contatti rintracciati nei suoi telefoni e computer ha permesso agli investigatori di ricostruire la rete di amicizie e contatti anche fuori dall’Italia, specie in territorio ucraino, con il battaglione Azov e i partiti di estrema destra di Kiev.

Il collegamento principale nel paese in guerra è «il camerata» Anton Radomskyy, pure per lui i magistrati hanno spiccato un mandato di cattura, senza tuttavia poterlo eseguire perché l’ucraino è nel suo paese, a tutti gli effetti un latitante. Tra i referenti ideologici dei nazisti campani c’è anche l’ex terrorista Franco Freda (non indagato), la sua libreria ad Avellino era diventata un punto di riferimento per gli adepti del movimento fedele a Hitler e Mussolini e per questo la Digos l’ha perquisita.

Campi di addestramento

Il camerata Testa si è radicalizzato covando l’odio prima nei confronti dello stato e poi verso le minoranze. «Purtroppo a me, il governo, gli ebrei, i comunisti mi hanno tolto le possibilità, io purtroppo non sono nato in una famiglia ricca, sono una povera persona anonima che non ha nemmeno tranquillità in casa sua, a me purtroppo fin quando uno riesce a resistere a vivere così altrimenti io dopo vado a mondo migliore...tanto nessuno mi potrà fermare se domani vado a fare una pazzia e poi mi uccido da solo».

Testa ha perciò un pensiero fisso, l’azione. Trasformarsi cioè in un lupo solitario. Definizione coniata dall’intelligence occidentale per descrivere i militanti sia dell’Isis sia della destra suprematista-neonazista, che seppure parte di una rete agiscono in solitudine armati fino ai denti per colpire obiettivi simbolici. Nel caso del nazisti moderni si tratta di moschee, centri islamici, sinagoghe, comunità etniche in città dell’Europa, come è accaduto a Macerata con Luca Traini, il pistolero con la svastica che ha fatto fuoco nel centro della città marchigiana contro un gruppo di africani. Testa evoca spesso Traini nei suoi discorsi, sottolineano gli investigatori. Ma era necessario l’addestramento.

Tra i contatti di Testa, la Digos ha trovato il numero di una società ucraina, gestita da un italiano. Gs security International, è la sigla di questa azienda con sede a Kiev. Il sito ricco di notizie è la vetrina di corsi e procedure di reclutamento. Si occupa principalmente di ingaggiare contractor per la protezione dei clienti in teatri a rischio. Ma la sua specialità, spiega il titolare Giovanni Serra, è la formazione per personale da inviare sulle navi per difenderle dai pirati durante la navigazione. «Non formiamo mercenari che vanno in Donbass, i contractor sono altra cosa», replica Serra a Domani, che vive nella capitale sotto attacco dei missili russi, «siamo un’azienda seria, non ricordo se tale Testa si sia rivolto a noi».

L’impresa Gs è estranea all’inchiesta giudiziaria, nessuno dei proprietari è indagato. Probabilmente era stata individuata dai nazisti italiani come luogo in cui migliorarsi nell’uso delle armi. Tecniche che poi sarebbero state utili in patria. Il nazista Testa si è rivolto all’azienda italo-ucraina per avere informazioni sull’addestramento anti pirateria, spiegando di avere già in mano un certificato dell’Esa (European security academy), tra i centri europei più noti e quotati nel settore sicurezza. L’Esa ha sede a Breslavia, in Polonia, è stato fondato da Andrzej Bryl. Ha sviluppato negli anni una reputazione tale da formare persino forze di polizia, unità militari, le guardie del corpo private. In pratica un’istituzione del comparto.

Nel 2010, secondo le notizie pubblicate dai giornali polacchi, Bryl ha fatto parte di un team polacco in Libia addetto alla sicurezza di ha contribuito alla protezione di Muammar Gheddafi. Tra i corsi offerti sul sito, Esa propone varie tipologie con costi fino a 2.500 euro. C’è anche la sessione per contractor impegnati in zone ostili, Africa o medio oriente: per l’addestramento si usano fucili da guerra americani e pistole Glock.

Licenza di fuoco

Tra le foto sequestrate a Testa dai detective ce ne sono un paio in cui è ritratto in uno dei campi dell’Esa. Testa indossava la mimetica e una maschera per travisare il volto.

In un’altra, sempre nel campo di addestramento super moderno di Esa, imbraccia un fucile. La conferma, quindi, che nei centri della prestigiosa scuola di sicurezza si è formato il neonazista che sognava di fare giustizia “ariana” come Traini. Non è il primo caso quello di Testa: nel 2018 e nell’agosto 2022 il sito di giornalismo investigativo Bellingcat ha svelato la presenza di altri neonazisti che hanno partecipato ai corsi di Esa in Polonia. Dunque Testa sarebbe uno dei tanti, insieme anche ad alcuni neofascisti ucraini collegati al battaglione Azov, ora in prima linea contro gli invasione russa.

«Testa come Ammendola (Maurizio, il capo del gruppo neonazista sotto inchiesta, ndr) hanno conseguito il diploma E.s.a., i cui programmi di addestramento ricalcano quelli previsti per le forze speciali militari (dalla guida operativa, al tiro tattico o dinamico mediante l’impiego di armi sia corte che lunghe, tecniche di autodifesa)», scrivono gli investigatori nelle loro informative agli atti dell’indagine. Ulteriore conferma sono le foto dei certificati ottenuti. Nazisti con licenza di sparare.

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