All’inizio, fra i manifestanti No Green pass radunati sabato pomeriggio davanti all’Arco della Pace a Milano, serpeggiava un po’ di delusione. «Siamo in quattro gatti, non come gli altri sabati». Ma alla fine, diverse migliaia di persone sono arrivate ad ascoltare uno dei più noti volti del movimento internazionale No vax, Robert Kennedy Jr. E centinaia di loro hanno sfidato il divieto del Viminale di sfilare in corteo, dirigendosi dall’Arco della Pace verso il Duomo, dove erano schierate le forze della polizia.

Il giorno di Kennedy

Figlio di Bobby e nipote di JFK, Kennedy è arrivato in Italia dopo una tappa in Svizzera, dove era andato a sostenere i cittadini che hanno lanciato un referendum per fine novembre contro le leggi sul Covid. Il presidente della fondazione antivaccinista Children’s defense fund ha parlato sabato mattina in una conferenza stampa, alla quale ha partecipato anche Gianluigi Paragone. Durante la manifestazione all’Arco della Pace, ha detto che è in corso un colpo di stato e paragonato il Green pass alle leggi dell’apartheid. 

Parlando della chiusura delle attività economiche durante i primi mesi di lockdown, ha detto: «Ci hanno portato via la proprietà privata, hanno chiuso migliaia di business senza giusta causa». «Il Green pass», ha continuato Kennedy, «non è una misura sanitaria, ma uno strumento di controllo dei vostri movimenti, dei vostri conti in banca e della vostra vita».

«È in corso un colpo di stato globale», ha continuato, «se il Green pass è una misura sanitaria perché non è emesso dal ministero della Sanità ma da quello delle Finanze? Credono che siamo stupidi». 

«Non sono contro i vaccini», ha poi chiosato Kennedy, prima di passare ad attaccare la casa farmaceutica Pfizer, «sono contro i cattivi vaccini». 

Gli altri discorsi

È stato Carlo Freccero a introdurre i discorsi del pomeriggio. Nel suo breve intervento, l’ex direttore di Rai2 ha definito Kennedy «il nostro avvocato» e parlato di una «propaganda per omissione, che cerca di ostacolare il discorso globale» sul tema della pandemia.

Dopo Freccero, hanno parlato la direttrice del Children’s defense fund per l’Europa, Senta Depuydt e Catherine Austin Fitts. Assistente segretaria al dipartimento per le politiche abitative Usa durante la presidenza di Bush senior, anche Austin Fitts, come Kennedy, si è soffermata a lungo su temi finanziari. Nel suo intervento, ha parlato della pandemia come il prodotto di un complotto mondiale che avrebbe come fine ultimo quello della digitalizzazione di tutte le transizioni finanziare e dell’abolizione del contante «per controllare i nostri conti in banca e imporci nuove tasse».

La piazza

In piazza c’erano diversi volti noti delle manifestazioni che ogni sabato sono partite da piazza Fontana per settimane, fin dall’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass per i viaggi a lunga percorrenza.

Una folla che a Milano continua a essere composita e meno politicamente infiltrata rispetto al movimento romano. E che in occasione dell’arrivo di Kennedy si è fatta trovare a sventolare qualche bandiera a stelle e strisce accanto ai tricolori. Sono spuntate anche una bandiera italiana con la lettera Q, forse un riferimento alla popolare teoria del complotto americana di QAnon, e anche una Gadsden flag, una bandiera risalente alla rivoluzione americana: lo stendardo giallo che raffigura un serpente sopra la scritta Don’t tread on me (non mi calpestare) è un simbolo del Tea Party diventato popolare anche fra l’estrema destra statunitense.

Diverse famiglie o mamme accompagnate dai figli erano presenti, mentre i manifestanti scandivano lo slogan «Giù le mani dai bambini» o «La gente come noi non molla mai». C’erano anche cartelli d’ispirazione religiosa e fra i partecipanti si è visto anche David Fabbri, il finto prete che da tempo anima le piazze degli antivaccinisti, facendosi intervistare con in mano una foto del volto di papa Bergoglio e la scritta «Pape satan aleppe».

Il corteo 

Il sit in all’Arco della Pace, previsto per le 15, non doveva essere l’unico appuntamento della giornata. Per tutto il pomeriggio, la polizia milanese ha tenuto blindata piazza Fontana, dove si attendeva un raduno per le 17, ora solita d’inizio dei cortei del sabato.

Dopo il discorso di Kennedy, la folla ha iniziato a disperdersi. Ma al grido di «corteo, corteo», alcune centinaia di persone, però, si sono dirette verso il centro. I manifestanti, bloccati dalle forze dell’ordine in via degli Orefici, dopo momenti di tensione e spintoni con la polizia sono riusciti a confluire in piazza Fontana e in piazza Duomo. 

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