Calano di circa un quarto i nuovi contagi registrati negli ultimi sette giorni rispetto a due settimane fa, intanto il governo continua a discutere le nuove regole per le ferie
- Sono 20.648 i nuovi casi registrati domenica, 176mila quelli individuati da lunedì, oltre 50 mila in meno rispetto alla scorsa settimana.
- Ma i decessi rimangono ancora molti alti, domenica sono stati 541, praticamente la stessa cifra di sette giorni fa.
- Nel frattempo si avvicina il 4 dicembre, la data entro cui conosceremo le nuove restrizioni valide per il periodo di Natale.
Domenica sono stati registrati 20.648 nuovi casi di coronavirus, in netto calo rispetto agli oltre 28mila di domenica scorsa. Complessivamente, nella settimana appena conclusa sono stati identificati poco più di 176mila nuovi casi, una significativa riduzione rispetto ai sette giorni precedenti, quando erano stati oltre 230mila. Si tratta della seconda settimana consecutiva di calo dei contagi dopo circa quattro mesi di aumenti quasi continui.
Calano anche i posti in terapia intensiva occupati da malati Covid-19. Domenica ne sono registrati nove in meno rispetto a sabato. Continua a scendere anche il totale delle persone ricoverate, che domenica ha segnato meno 420 rispetto al giorno precedente.
Rimane invece alto il numero dei decessi. Ieri è stata registrata la morte di 541 persone, la stessa cifra dei decessi avvenuti una settimana fa.
L’evoluzione dell’epidemia
I numeri della settimana confermano che l’epidemia ha ormai raggiunto il picco e si avvia a una discesa. Quanto durerà e dove si arresterà rimane ancora da chiarire. La riduzione dei nuovi contagi non cambia il fatto che il sistema sanitario è sotto pressione a causa dell’elevato numero di contagi delle ultime settimane. Basterà quindi anche una piccola inversione della curva per tornare in una situazione molto grave.
Per queste ragioni, medici ed esperti avvertono che le riaperture non possono avvenire troppo rapidamente. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ha detto di aspettarsi ce in tre o quattro settimane i nuovi contagi potrebbero scendere a 6-7 mila al giorno. Si tratta di cifre più basse rispetto ad oggi, ma ancora molto preoccupanti. A quel punto, ha proseguito Locatelli, il tracciamento dei contatti potrà di nuovo tornare a funzionare e la situazione anche sanitaria potrebbe essere finalmente di nuovo sotto controllo.
Le regole per il Natale
Nel frattempo proseguono le discussioni all’interno del governo su quali regole mettere in atto durante le ferie natalizie. Un nuovo Dpcm dovrà entrare in vigore il prossimo 4 dicembre, quando arriverà a scadenza gran parte delle attuali limitazioni.
Uno dei nodi più delicati è la scuola. Le superiori riapriranno a dicembre o soltanto a gennaio? Dopo giorni in cui il governo sembrava orientato verso una riapertura già il 9 dicembre, un incontro con i rappresentati delle regioni questa settimana è sembrato avergli fatto cambiare rotta. I problemi nell’organizzare il trasporto pubblico risulterebbe insormontabile, a quanto sostengono i presidenti di regione. Da qui la decisione, ormai quasi certa, di riaprire le scuole superiori soltanto il 7 gennaio.
Sembra che il governo confermerà la decisione di mantenere gli impianti sciistici chiusi durante le ferie. Anche Germania e Francia sono sulla stessa linea, mentre la Svizzera ha già aperto le sue piste da sci e l’Austria sembra intenzionata a fare altrettanto. Diversi studi hanno confermato che le località sciistiche sono state tra i principali focalio del contagio durante la prima ondata. Il governo potrebbe stabilire un obbligo di quarantena al ritorno dalle ferie all’estero per scoraggiare gli italiani a trascorrere le vacanze in questi due paesi.
Visto il miglioramento dei dati sul contagio, molti si attendono che per l’inizio di dicembre l’intero paese, o quasi, potrebbe trovarsi in zona gialla, quella con le misure di contenimento più leggere. Il governo pensa però di inasprire le regole applicate in queste zone. Ad esempio, si parla da giorni con insistenza dell’introduzione di un nuovo divieto di spostamento tra regioni, mentre sembra che resterà in vigore il coprifuoco alle 22. A queste regole dovrebbero essere accompagnate anche una serie di eccezioni. Come ad esempio la possibilità di cambiare regione per visitare parenti stretti e l’allungamento degli orari di apertura degli esercizi commerciali per facilitare gli acquisti natalizi. Ma al momento, a parte le indiscrezioni, non c’è nulla di ufficiale. Per i dettagli di queste regole e le eventuali eccezioni bisognerà quindi attendere l’approvazione definitiva del Dpcm.
La “terza ondata” in Giappone
Questo fine settimana, il Giappone è sembrato entrare definitivamente nella terza ondata dell’epidemia di coronavirus. Sia sabato che domenica nel paese sono stati registrati più di 2.500 nuovi casi di Covid-19, il record dall’inizio dell’epidemia (nella prima ondata si è registrato un picco di circa 750 casi, nella seconda, questa estate, il picco era arrivato a duemila).
Anche se il numero di nuovi casi e di pazienti ricoverati in terapia intensive preoccupa le autorità sanitarie, i numeri dell’epidemia nel paese sono comparativamente molto più bassi che in Europa. I nuovi casi sono circa un decimo di quelli italiani e i decessi sono al momento poco più di duemila, contro gli oltre 50mila registrati in Italia.
Tra le ragioni per spiegare perché il Giappone, insieme a paesi come Corea del Sud e Vietnam, ha numeri di contagi così bassi una delle più utilizzata è l’efficace sistema di tracciamento dei contatti che hanno questi paesi, insieme alla volontà dei governi locali di imporre chiusure e quarantene localizzate non appena i primi contagi vengono individuati.
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